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Napoli, 17 dicembre 2016
Come più volte scritto Napoli è da diversi anni meta prediletta di street artist nonché fucina di talenti. Parimenti ho più volte sottolineato quanto sia sottile la linea di confine fra arte e vandalismo in un campo così particolare e, per l’appunto, border line.
Il comune di Napoli ha pubblicato alcuni giorni fa il “patto street art bene comune”, un disciplinare per l’autorizzazione all’utilizzo di superfici pubbliche per la creatività urbana, passato un po’ in sordina nel silenzio dei media, che mi sento di condividere in pieno.
Il comune di Napoli attraverso la pubblicazione del disciplinare riconosce il ruolo della street art come espressione culturale da valorizzare nel rilancio e riqualificazione di alcune aree cittadine ed al contempo rimarca l’importanza che siano escluse quelle superfici ricadenti in edifici ed aree vincolate a tutela del patrimonio architettonico ed ambientale.
Parimenti il comune di Napoli si impegna a garantire la libertà di espressione degli artisti purché ciò non vada in contrasto coi principi sanciti dalla Costituzione, dallo statuto del comune, dai principi di libertà del cittadino.
Ulteriore punto pienamente condiviso riguarda l’importanza che verrà data in fase di valutazione delle proposte al coinvolgimento nella fase di ideazione e realizzazione del contesto sociale (abitanti, associazioni, movimenti) insistente nell’area interessata dal progetto.
Il testo del patto è stato redatto nell’ambito dei lavori di un tavolo dedicato alla creatività urbane e che ha coinvolto gli Assessorati ai Giovani, alla Qualità della Vita, al Patrimonio, alle Politiche Urbane.
Una regolamentazione serviva e sarà utile per favorire la creatività urbana, la speranza è che si possa avviare un percorso condiviso e che tutti gli street artist ed i soggetti promotori possano apprezzare questo disciplinare. Chiaro che in alcuni casi la libertà di espressione dell’artista sarà impossibile da “frenare” (penso alle azioni improvvise di artisti internazionali del calibro di Bansky o Zilda). L’importante è che vengano ridotte al minimo gli interventi “border line” e che vengano invece valorizzate e promosse aree da riqualificare e rilanciare anche attraverso la street art.
Fotografie di Mario Battistelli e di Fabrizio Reale