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Archivi della categoria: Bagnoli

Free Bagnoli… quando si potranno abbattere i muri?

01 mercoledì Feb 2017

Posted by Fabrizio Reale in Bagnoli, Napoli, Riqualificazione di Bagnoli

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Bagnoli, colmata di Bagnoli, inquinamento Bagnoli

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liberate-bagnoli

Napoli 1 febbraio 2017

Una fotografia può offrire numerosi spunti di riflessione…  uno scatto attraverso una breccia nel muro che divide Bagnoli da Bagnoli. La mente spazia attraverso quel foro… Liberare Bagnoli… abbattere i muri e restituire alla città uno dei luoghi più belli…  Bonificare la colmata, restituire la spiaggia alla città, trovare il modo affinché finalmente, di nuovo, il mare possa bagnare Bagnoli.

La mente spazia attraverso quel foro… ma è solo una fotografia… è ancora tutto fermo…   quando finalmente si potranno abbattere i muri? Quando Bagnoli sarà di nuovo parte integrante di Napoli?

 

 

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Bagnoli, Nisida e il golfo di Pozzuoli – foto

12 lunedì Set 2016

Posted by Fabrizio Reale in ambiente, Bagnoli, Napoli

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nisida-bagnoli-e-il-golfo-di-pozzuoli-da-posillipo

Napoli, 12 settembre 2016

Una foto… un inno alla meraviglia della natura ed alla stupidità umana.

 

Bagnoli e il destino incerto della colmata: si dice rimozione integrale e si scrive resezione parziale…

15 venerdì Apr 2016

Posted by Fabrizio Reale in Bagnoli, Napoli, Riqualificazione di Bagnoli

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Bagnoli, colmata di Bagnoli, inquinamento Bagnoli, Renzi e Bagnoli, report inquinamento Bagnoli, spiaggia di Bagnoli

colmata di bagnoli

Napoli, 14 aprile 2016

E’ stato il giorno della conferenza di servizi che ha approvato il piano per la bonifica di Bagnoli. Al di là delle dichiarazioni di rito (“toglieremo la colmata” etc. etc.) del nostro presidente del consiglio, al di là del continuo confronto Renzi – de Magistris (come se l’avversario del sindaco fosse Matteo Renzi e non la Valente, non pervenuta), colpiscono, leggendo la documentazione fornita da Invitalia, due incongruenze che andrebbero spiegate meglio ai cittadini:

  • La rimozione della colmata

Renzi e Nastasi hanno affermato che verrà completamente rimossa, però nel documento “Programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana” del SIN di Bagnoli – Coroglio alla pagina 173 si legge:

 il perseguimento di questo obiettivo si può ottenere agendo con una resezione parziale della colmata ridisegnando in modo omogeneo la linea di costa; tale orientamento richiede il cambiamento delle attuali disposizioni normative, che vincolano alla rimozione integrale della colmata, ed al riposizionamento del materiale in un sito esterno;  

• il superamento della previsione del ripristino della originaria linea di costa, che vincola le opportunità di recupero economico e sociale dell’area, sottraendo territorio nel quale collocare lungo il fronte del litorale attività sociali e commerciali capaci di rivitalizzare la parte più attraente dell’area di Bagnoli Coroglio; il ripristino della originaria linea di costa non rappresenta un vantaggio per il programma di rigenerazione urbana.

Secondo il piano, quindi, la linea di costa non verrà ripristinata e non si parla più di rimozione integrale della colmata bensì di “resezione parziale”. Resta inoltre il dubbio sull necessità di cambiare le disposizioni normative anche per quanto concerne il riposizionamento del materiale in un sito esterno… secondo il piano parte della colmata resterà là ed il resto ?

  • L’attuale stato di inquinamento dei luoghi va analizzato con maggiore dettaglio.. 

L’ISPRA a gennaio ha ricevuto una richiesta di analisi di rischio legati all’arenile di Bagnoli ed ha effettuato l’analisi a partire da “un unico campione di “sabbia di riempimento”prelevato il 15/04/2009 nel tratto di arenile compreso fra lido Fortuna e Lido Arenile Nord” indicando un doveroso “ma”: “premesso che un unico campione sembra insufficiente a caratterizzare completamente l’intera area“.

Del resto, pur predisponendo con le premesse di cui sopra l’analisi di rischio ambientale, il cui risultato non evidenziava rischi evidenti,  l’ISPRA dopo sopralluogo del 30/03/2016 ha segnalato diverse incongruenze fra lo stato dei luoghi descritto nella documentazione in loro possesso e l’effettiva situazione. In particolare in alcune zone manca il “materiale di ripascimento”, in altre i moti ondosi hanno fatto depositare sabbia marina,  in altre è venuto meno anche il telo di copertura…

Va ricordato infatti che la messa in sicurezza precedente dell’arenile consisteva nel rimuovere parte della sabbia (dai 20 ai 100 cm), posizionare un telo sull’arenile originario e depositare nuova sabbia per il ripascimento.

Quel che si chiede è maggiore chiarezza sul destino della colmata e di effettuare quanto prima analisi approfondite dei luoghi per valutare se e quanto questi siano contaminati.

 

Caro Renzi, quel “prima università di eccellenza internazionale nel mezzogiorno” è offensivo

07 giovedì Apr 2016

Posted by Fabrizio Reale in Bagnoli, Napoli, Riqualificazione di Bagnoli

≈ 2 commenti

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Napoli, 7 aprile 2016

A Bagnoli verrà realizzata la “prima università di eccellenza internazionale nel mezzogiorno”, così prevede #rilanciobagnoli, così è scritto nelle colorate slide presentate ieri da Renzi in cabina di regia.

Più leggo e rileggo quella frase più non capisco… per l’attuale presidente del consiglio, per i soggetti coinvolti nella cabina di regia, per Invitalia che ha stilato il progetto il Sud Italia non ha alcuna eccellenza internazionale in ambito universitario?  Serve realizzarne una ad hoc, calandola dall’alto con benevolenza ?

Quanto affermato è quasi offensivo per quanti, con non poche difficoltà, dedicano l’anima per portare avanti la ricerca negli atenei e nei centri di ricerca italiani, anche a Napoli, anche nel Sud Italia.

Trovo gravissimo quanto affermato, non fosse altro perché già Napoli è piena zeppa di realtà solide e dal grande appeal internazionale nell’ambito della ricerca scientifica e dell’università, non fosse altro perché già Fuorigrotta e Bagnoli sono realtà fortemente caratterizzate dalla presenza di enti di ricerca ed università.

A poche centinaia di metri o in un raggio di meno di tre chilometri vi sono diverse sedi di Ingegneria della Federico II, sedi di prestigiosi e storici Istituti del CNR (c’è l’Istituto di ricerche sulla combustione, l’Istituto Motori, l‘Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, l’Istituto per i materiali compositi e biomedici), dell’INGV (c’è una sede dell’Osservatorio Vesuviano)….

Tutte realtà caratterizzate da una solida reputazione internazionale nei rispettivi settori di appartenenza. Restando nella X municipalità, ingegneria della Federico II nelle graduatorie di Qs Top Universities è ben piazzata, nel settore dell’ingegneria civile e strutturale, la Federico II è terza in Italia (51-100 nel mondo), nel settore dell’ingegneria meccanica è quarta in Italia e nel range 101-150 nel mondo, nel settore dell’ ingegneria chimica è sesta in Italia e nel gruppo 151-200 nella classifica generale.

Renzi pensi alla bonifica, ad impegnare già da ora le decine e decine (per non scrivere centinaia) di milioni necessari per bonificare Bagnoli, che il rapporto ICRAM del 2005 definiva in condizioni di “elevata contaminazione, e per alcune aree addirittura di compromissione, sia degli arenili che dei fondali prospicienti l’ex area industriale di Bagnoli”.

La sensazione è che al piano urbanistico ed alla riqualificazione successiva è davvero meglio che ci pensi chi conosce davvero la realtà partenopea. Renzi e la cabina di regia con questo progetto stanno mostrando di non conoscere affatto quel che c’è intorno all’ex area industriale di Bagnoli.

Fabrizio Reale

 

Il mare non bagna Bagnoli

20 venerdì Feb 2015

Posted by Fabrizio Reale in Bagnoli, il mare di Napoli, Napoli, Riqualificazione di Bagnoli

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arenile di Bagnoli, colmata di Bagnoli, inquinamento Bagnoli, report inquinamento Bagnoli, spiaggia di Bagnoli

collettore bagnoli la pietraNapoli, 20 febbraio 2015 #22

E’ difficile scattare una brutta fotografia del mare davanti Bagnoli, da qualunque punto di vista, se da Coroglio, dal pontile di Bagnoli, dall’istmo di terra che collega Nisida o dalla via che conduce a Pozzuoli.  E’ difficile poi rendersi conto che il mare in realtà non bagna Bagnoli da tanto tempo, che quella che appare in foto è solo un’illusione, un effetto ottico legato all’obiettivo fotografico.

Non è questione politica, né riguarda le problematiche relative a Bagnoli futura, a città della Scienza o alla destinazione finale dell’intera, enorme, ex-area industriale.  Il problema vero è capire come far sì che il mare possa bagnare nuovamente Bagnoli, dato che arenile e fondale sono “compromessi”.

Ogni volta che qualcuno torna a discutere di balneazione a Bagnoli, del fatto che la qualità delle acque di balneazione sia probabilmente eccellente, dell’originario e primigenio anelito di uno dei luoghi più belli al mondo verso un destino di turismo e ricchezza, ripenso a cosa c’è sotto la sabbia e sotto il fondale, a quell’enorme bomba ecologica che non vogliamo ricordare, a cui si aggiunge, seppur in misura di gran lunga minore, quanto viene scaricato dai collettori che raccolgono le acque degli antichi alvei sotterrati (oltre che dalle acque piovane). A Bagnoli sfociano infatti i collettori che raccolgono l’emissario di Via Cinthia, l’arena S.Antonio, l’emissario di Coroglio, le acque piovane della zona dove c’era il lago di Agnano, quel che resta infine delle antiche sorgenti termali della zona, in un mix che meriterebbe maggiori controlli.

Per quanto riguarda i danni legati all’ex-area industriale di Bagnoli, i risultati dei campionamenti effettuati dall’ICRAM nel 2005, pubblicati sul sito del comune di Napoli in versione integrale, non lasciano spazio a fantasie sul futuro di Bagnoli.   O si bonifica, o si seppellisce tutto sotto una spessa coltre di cemento, si spera solo metaforicamente parlando.

Il rapporto dell’ Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ICRAM), poi confluito all’interno dell’ISPRA, è probabilmente lo studio più completo ed esaustivo che riguarda l’inquinamento della zona di Bagnoli.  Risale a dieci anni fa circa. Le parole di sintesi sono sconfortanti: contaminazione e compromissione degli arenili e dei fondali davanti all’ex Italsider, mentre le immagini riportate nel rapporto mostrano che l’area interessata è più ampia di quel che si possa immaginare.

stato di elevata contaminazione, e per alcune aree addirittura di compromissione, sia degli arenili che dei fondali prospicienti l’ex area industriale di Bagnoli.

Sull’arenile di Bagnoli e sul fondale sono presenti in quantità preoccupanti idrocarburi policiclici aromatici (IPA), metalli collegati all’attività siderurgica quali piombo, zinco, cadmio, rame, mercurio. L’area interessata è “tutta l’area di fondale antistante l’ex impianto industriale, fino al largo, con zone adiacenti (il settore a nord dell’area e la baia di Nisida) ancora interessate, con concentrazioni più elevate nell’area a ridosso della colmata”, estende

Le concentrazioni più elevate, quelle per cui è necessario procedere all’attuazione di interventi immediati, sono state riscontrate nell’area immediatamente a ridosso della colmata, sia frontalmente che lateralmente, estendendosi oltre gli arenili a nord della colmata. Per tutti i contaminanti più significativi si osserva lo stesso andamento delle concentrazioni in funzione della profondità: a 2 m di profondità, infatti, si riscontrano concentrazioni elevate solo in prossimità dei due pontili della colmata.

Cosa venne fatto dopo la pubblicazione di questi dati?

Il divieto di balneazione è in vigore dal 2006, venne interdetto l’accesso l’arenile di Bagnoli “a sud della colmata”, chi aveva attività in altre zone dell’arenile fra Coroglio e Bagnoli, per continuare ad operare, dovette provvedere a “piazzare qualcosa” sulla sabbia, che fosse erba sintetica, camminamenti in legno o altro, per ridurre al minimo il rischio per i clienti. Gli stabilimenti balneare infatti sono attrezzati solo per elioterapia.   Pare che vi sia stata anche una parziale aggiunta di sabbia durante le più recenti operazioni di messa in sicurezza, per quanto riguarda una parte di spiaggia… ma si tratta di pezze che non risolvono il problema.

Non è possibile pensare di eliminare il divieto di balneazione se prima non verranno rimosse le cause del divieto, sostanze altamente cancerogene (Bagnoli, al di là dell’ interesse mediatico sulla terra dei fuochi, è l’area con maggiore incidenza di tumori di tutta Napoli e dintorni, ben al di sopra della media nazionale… ).

Non è possibile pensare ad una spiaggia pubblica o privata che sia,  se prima non verrà bonificata realmente l’area (cosa complicatissima fra l’altro, a causa della tipologia di sostanze presenti).

Chiunque abbia tempo e voglia di approfondire la cosa può scaricare i dati completi riguardanti tutti i campionamenti effettuati sull’arenile, sulla colmata, sui fondali, con le differenze fra gli arenili a nord (presenza massiccia di IPA) e quelli a sud (contaminazione legata a metalli come piombo, zinco, rame e negli strati più profondi a IPA).

Per quanto riguarda quanto c’è in mare, sul fondo vi sono

“scoriacei di colore grigio acciaio, granuli nerastri informi di aspetto vetroso o submetallico, carbone”,

fino a -50 metri, con livelli di contaminante ancora molto elevati (dati sempre 2005) e con concentrazioni elevate di IPA e piombo emerse dalle analisi effettuate sulle cozze presenti nella zona.

Son passati dieci anni, poco è stato fatto ed in tanti (penso a chi si bagna nelle acque davanti l’ex-Italsider) hanno dimenticato già perché il mare non bagna Bagnoli….

 

Città della scienza e la spiaggia…

24 sabato Gen 2015

Posted by Fabrizio Reale in Bagnoli, Napoli

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Bagnoli, Città della Scienza, Riqualificazione ambientale

incendio città della scienzaNapoli, 24 gennaio 2015 #12

Città della Scienza continua a dividere esperti ed opinione pubblica, a quasi due anni dall’incendio doloso che distrusse gran parte del discusso Science Centre. Il bando di concorso per la ricostruzione si è chiuso qualche giorno fa, con la partecipazione di poco meno di un centinaio di studi di architettura, ma le polemiche sul “DOVE” si debba ricostruire e sull’opportunità di destinare prima fondi alla ricostruzione (si parla di circa 50 milioni di euro fra fondi pubblici e quel che fu racimolato con le donazioni private) che alla bonifica fioccano ancora in abbondanza.

La questione è nota ai più: il 4 marzo 2013 un rogo doloso distrusse parte di Città della Scienza e nei giorni, settimane e mesi successivi fu grande la reazione dei napoletani, fra attestati di stima, giganteschi flash mob e donazioni.

Quando poi si è trattato di rivedere il progetto iniziale, di ricontestualizzare la presenza stessa all’interno di una sempre più complessa gestione del recupero dell’ex-area industriale di Bagnoli, sono iniziate le polemiche.

Volendo riassumere brevemente, senza approfondire la lettura dei piani regolatori, dei progetti iniziali e senza ben ricordare il contesto iniziale, la questione è essenzialmente una:

  Città della Scienza va ricostruita dov’era o più all’interno, permettendo il recupero della spiaggia?

In ballo c’è quanto scritto nel piano regolatore e la vecchia questione del “ripristino della linea di costa”.  Soprattutto, c’è da capire se Città della Scienza così com’è sia abusiva o meno.  Su facebook, nel gruppo molto frequentato denominato Democratici contro il fumo rivoluzionario di De Magistris  (amministrato da Umberto de Gregorio), in risposta ad uno dei tanti post di questi giorni sulla questione, è intervenuto direttamente Massimo Pica Ciamarra, che di città della Scienza fu il progettista:

Massimo Pica Ciamarra Bugie di fuoco ! Ho progettato nel 1993 la Città della Scienza, non sulla spiaggia, ma sulle tracce di un complesso industriale lì da prima dell’unità d’Italia. La spiaggia è oltre, zona demaniale, erosa a seguito della realizzazione del collegamento viario fra Nisida e Coroglio. Il progetto 1993 è coerente con il PRG allora vigente, perfettamente legittimo. Leggi successive e il nuovo PRG hanno previsto diversamente: ma, nel rispetto della legalità, quando gli Accordi di Programma 1996, 1997, 2006 saranno decaduti: tra molti decenni. Condivido: oggi il Bando di concorso prevede opere non coerenti con le norme attuali, ma c’è un’artificiosa polemica che punta a immettere nell’immaginario collettivo che la Città della Scienza occupi la spiaggia e sia una costruzione abusiva. Questo è falso.    ed ancora:

Massimo Pica Ciamarra Semplicità. La legittimità del ripristino del tetto bruciato e di quanto distrutto è acclarata da vari pareri pro veritate. Bastava una DIA. Costruire un edificio sostanzialmente diverso anche nel sedime richiede invece variante di PRG in contrasto con norme sopravvenute.

Un intervento chiaro, che evidenzia quanto la questione sia complessa: città della Scienza non fu costruita abusivamente, ma su resti di archeologia industriale e la spiaggia cui si fa riferimento, in realtà, era già in massima parte erosa nel 1993. Al contempo appare evidente che la ricostruzione passerà per numerosi uffici (comunali ma anche legali probabilmente), in quanto se il semplice ripristino, a detta del celebre e controverso architetto (non tutte le sue opere sono amate dalla città), avrebbe necessitato al massimo di una DIA, ricostruire da zero richiederà una variante al PRG.

Città della Scienza va ricostruita, perché si tratta di una risorsa per l’intera cittadinanza, un luogo dove portare bambini di ogni età per ottenere un approccio ludico-divulgativo alle scienze che altrimenti a Napoli mancherebbe. Dove ricostruirla è una questione più ampia, il primo pensiero ovviamente va al rogo doloso, al cercare di capire quali interessi abbiano causato un tale scempio, ed allora sembrerebbe giusto ricostruire lo science center dov’è, accanto e avanti a quel che è rimasto e che tornato quasi subito operativo e funzionale.

Il problema “spiaggia” è più ampio e doloroso, perché ancora oggi non si sa bene quando e se inizieranno i lavori di bonifica dell’intera zona, compromessa in modo quasi irrecuperabile dalla follia dei ruggenti anni ’50 e ’60, dalla presenza della famigerata colmata e dai tanti residui di attività industriale che giacciono sotto la terra ed il mare di Bagnoli. Di sicuro, senza alcuna opera di bonifica, sarebbe da folli pensare di utilizzare la spiaggia di Bagnoli, così compromessa come è oggi.  Parimenti, se vincolare la ricostruzione di Città della Scienza alla bonifica della zona sembra una forzatura, è impensabile che la classe politica campana non sia impegnata in prima linea per ottenere quanto prima una risposta soddisfacente.

Si parla tanto di “terra dei fuochi” e dei danni che  i roghi stanno causando alla cittadinanza di quelle zone, ma quale è stato ed è attualmente l’impatto ambientale dell’area industriale di Bagnoli sulla salute dei napoletani ?  Quali i rischi legati alla rimozione della colmata? Quali i benefici?  Troppo semplice discutere utilizzando banalmente il termine “spiaggia”, lasciando immaginare a chi legge ed a chi ascolta la possibilità di riconquistare facilmente un luogo paradisiaco.

Note: la colmata di Bagnoli

da laboratorionapoletano.com del dicembre 2013

Ma cosa è la colmata di Bagnoli?  Una delle più grandi “bombe ecologiche” d’Italia, una delle peggiori eredità che i nostri avi hanno lasciato alla nostra generazione, quella di riqualificare luoghi incantevoli irrimediabilmente contaminati a piani industriali e di edilizia scellerati.   Negli anni ’60 per ampliare l’area industriale che da lì a poco avrebbe assunto il nome di “Italsider” si decise di “colmare” il tratto di litorale fra Coroglio e Bagnoli con tonnellate e tonnellate di materiale di risulta e scarti di Ilva e Cementir, “residui della lavorazione della ghisa e dell’acciaio misti a cemento (fonte)”. Nel corso degli ultimi decenni, dalla dismissione dell’intera area industriale, la colmata è stata al centro dei piani di riqualificazione e bonifica ambientale del territorio di Bagnoli, perchè non si può intervenire su Bagnoli senza prima rimuovere o cementificare (le proposte son più o meno queste da sempre)  la “colmata a mare”.  
Rileggere un vecchio articolo pubblicato da Il Denaro nel 2007 aiuta a comprendere quali siano stati in passato i progetti (si pretendeva di prendere l’intera colmata e portarla a Piombino per la bonifica…) e quanto denaro pubblico sia stato sprecato. 

 

 

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