Dopo alcuni anni di lavori hanno finalmente riaperto alla città i giardini pensili di palazzo reale. Dal 24 novembre e fino al 5 gennaio (aggiornamento: fino al 30 aprile 2019) è possibile visitare gli splendidi giardini con vista mozzafiato sul golfo di Napoli esclusivamente il sabato e la domenica (non le prime domeniche del mese) partecipando ad un percorso guidato con partenza alle 11.00 o alle 12.20. Il costo è di 2 euro in aggiunta al costo di accesso alle stanze di palazzo reale (6 euro). Info e prenotazioni sul sito di coopculture.
Continuano i lavori di riqualificazione e valorizzazione del centro storico di Napoli patrimonio UNESCO nell’ambito del “grande progetto centro storico di Napoli – sito UNESCO” ( i cui fondi secondo alcuni male informati erano andati persi…) .
Mentre proseguono i lavori relativi alla riqualificazione di alcuni assi viari del centro antico, è notizia di oggi (di seguito il comunicato) dell’inizio dei lavori in una delle chiese più degradate del centro antico, Santi Cosma e Damiano in largo Banchi Nuovi.
La chiesa, fondata nel XVII secolo, è stata costruita modificando profondamente la più antica loggia dei banchi nuovi, come testimoniato dagli archi della loggia murati ed ancora visibili. Nel 2011 il cardinale Sepe ne annunciò il recupero nell’ambito dei progetti promossi dall’ordine degli ingegneri (come accaduto in modo positivo per la vicina San Giovanni Maggiore) ma fino ad oggi poco o nulla era stato fatto.
Il comunicato stampa sull’inizio dei lavori:
Iniziano i lavori alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano in largo Banchi Nuovi
Nell’ambito degli interventi del Grande Progetto Centro storico di Napoli – Valorizzazione del sito Unesco, sono partiti i lavori di restauro e rifunzionalizzazione della chiesa dei Santi Cosma e Damiano in largo Banchi nuovi.
I lavori, per un costo complessivo di circa € 600.000,00, riguarderanno il risanamento strutturale, il restauro architettonico e delle superfici decorate, nonché l’adeguamento funzionale ed impiantistico del bene monumentale di proprietà della Curia arcivescovile. Durata prevista: 14 mesi.
“Si tratta di un intervento di restauro che renderà nuovamente fruibile alla città la chiesa dei Santi Cosma e Damiano – dichiarano gli Assessori Calabrese e Piscopo, un bene di pregio che, insieme con il largo Banchi Nuovi, è connotato da una forte identità storica. A ultimazione dei lavori la chiesa sarà riaperta al pubblico ed ospiterà convegni e attività espositive e formative”.
Aggiornamento: l’inaugurazione è prevista per giovedì 13 aprile alle ore 10.00, alla presenza del Sindaco Luigi de Magistris e dell’Assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo,
E’ stato svelata da qualche giorno la statua di San Gaetano restaurata nell’ambito del progetto monumentando del comune di Napoli a costo zero per la cittadinanza. Il culto di San Gaetano è molto sentito nella zona (difatti le associazioni religiose hanno organizzato per questa mattina una sorta di processione per festeggiare lo “svelamento” del momumento restaurato). La statua verrà inaugurata fra alcune settimane
A parte le solite polemiche sul progetto, sottolineando che il restauro è stato effettuato nell’arco di qualche mese, come già scritto a inizio restauro, è interessante riscoprire per l’occasione la storia travagliata del monumento, inizialmente progettato dal Fanzago e realizzato nella seconda metà del XVII secolo, modificato nel corso del secolo successivo fino a raggiungere l’attuale configurazione, con l’attuale statua del santo in metallo aggiunta a metà Settecento in sostituzione di quella originale. Dell’iniziale progetto restano il basamento ed i puttini. Per un certo periodo si pensò anche di utilizzare la famosa colonna in marmo cipollino riscoperta durante gli scavi per il campanile del Duomo, progetto poi abbandonato. La colonna, parte integrante del monumento ai caduti in piazza Vittoria, è stata oggetto della prima opera di pulizia&restauro del progetto Monumentando.
Questa mattina alle ore 11,30 verrà presentato alla cittadinanza il monumento a Diaz restaurato nell’ambito del progetto Monumentando, a costo zero per la cittadinanza. Il foto confronto fra com’era il monumento prima del restauro e come è oggi mostra il tanto lavoro fatto.
C’è un però.
A guardare bene il monumento, aguzzando la vista e soffermandosi su determinati punti, si scorgerà, soprattutto alla base (oggetto di un ulteriore passaggio da parte dei restauratori nelle ultime settimane), ancora qualche segno degli atti vandalici.
Una traccia, un alone… Perché l’atto vandalico, la scritta, il graffito lasciano comunque il segno.
Non dimentico le parole ascoltate alcuni anni fa di un restauratore durante una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza contro i graffiti vandalici: per quanto si possa lavorare, ripulire e restaurare… qualche segno, qualche traccia dell’atto vandalico resterà sempre, indelebile. Questo perché i materiali spesso, essendo porosi, assorbono vernici e pitture o perché in alcuni casi si rischierebbe di danneggiare di più con l’opera di pulizia utilizzando metodi troppo aggressivi.
Chi si ricorda della cappella di Santa Chiara i cui sarcofagi trecenteschi erano stati ripetutamente vandalizzati per decenni da firme e scritte? Ne scrissi a suo tempo (era il febbraio del 2015) ed una delle foto che pubblicai fu ripresa anche dal Corriere della Sera in pagina nazionale. In estate 2016 era stato annunciato che era in corso il restauro di tutte le opere presenti all’interno della cappella (entrando in chiesa… la seconda sulla sinistra), terminato alcuni mesi fa il restauro, il visitatore che si reca oggi all’interno della chiesa gotica non potrà mai immaginare in che condizioni pietose erano gli antichi marmi.
La tomba di drugo de Merloto ed il sarcofago di suo figlio Niccolà di Merloto son stati restaurati e ripuliti. Anche la lastra sepolcrare di Isabella d’Alneto, madre di Drugo, morta il 3 ottobre 1341, è stata restaurata e ripulita dalle centinaia di scritte di ogni tipo. Come scrissi a suo tempo i graffiti non erano né pochi né tutti recenti: guardando le foto del 2015 si può notare che vi sono graffiti vandalici risalenti al 1968, agli anni ’70, agli anni ’90, oltre ad alcuni decisamente più recenti. Vi era una tradizione folkloristica in base alla quale si chiede qualcosa ai defunti: quasi tutte le frasi iniziano con “fammi, facci, fa’”, quasi come se fosse una preghiera o una richiesta a un’anima pezzentella, a un santo, a qualcuno in cielo. C’era un “fammi sposare presto”,messaggi di amore ed anche un “facci fare la rivoluzione”, datato.
Via Terracina, Fuorigrotta, Napoli. I mosaici del pavimento del complesso termale di epoca romana lentamente spariscono invasi da muschi ed erbacce, danneggiati e totalmente soggiogati dagli agenti atmosferici.
Il confronto fotografico fra mie foto del 2012 e quelle scattate ieri da Orlando Catalano durante una passeggiata del gruppo Conosciamo Napoli e la Campania è impietoso: in alcuni casi animali e divinità marine sono letteralmente sparite, nascosti nel verde.
Il sito è gestito dai volontari del Gruppo Archeologico Napoletano, che provvedono all’apertura periodica del sito archeologico ma che evidentemente non possono sostituirsi alla Soprintendenza nelle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria del sito.
E’ importante che il sito archeologico sia costantemente ripulito e che venga evitato che i visitatori possano passeggiare distrattamente sui mosaici. Bisogna intervenire quanto prima per salvare i mosaici.
Venute alla luce verso la metà degli anni’30 durante i lavori per la costruzione della Mostra d’Oltremare, le terme romane di via Terracina per troppi anni hanno fatto parte di quella non trascurabile porzione del patrimonio artistico-culturale della città di Napoli celato a residenti e turisti. Il sito archeologico èdi grande interesse, non solo per la possibilità di discernere i diversi ambienti (frigidarium, tepidarium, calidarium, spogliatoi, latrine, etc.) quanto per la presenza dei bei mosaici sui pavimenti di molte delle stanze. Come descritto sul sito del GAN (Gruppo Archeologico Napoletano) il tema dominante di tali raffigurazioni è dato dall’incontro e dalle successive nozze tra Poseidon ed Anfitrite a cui partecipa tutto l’universo marino. E’ ancora oggi possibile discernere, nonostante il cattivo stato di conservazione, delfini (anche nella latrina) ed animali marini, nereidi e tritoni, figure antropomorfe ed animali mitologici. le due stanze maggiormente decorate sono adiacenti ed oggi visibili insieme ad occhio nudo, non essendoci più pareti divisorie: il frigidarium e l’apodyterium, lo spogliatoio. Come accennato anche dinanzi alla latrina è presente un mosaico con decorazioni di figure animali, delfini in particolare. Nei passaggi fra i diversi ambienti era presente un pavimento a mosaici decorato con figure geometriche, purtroppo in molte zone giunto fino a noi in condizioni precarie. E’ interessante notare come sia ancora oggi possibile non solo distinguere i dettagli costruttivi del complesso termale, ma anche in diversi punti parte del marmo che abbelliva e ricopriva le pareti, così come in altri punti pezzi di intonaco.
E’ terminato il restauro della cassa armonica della villa comunale di Napoli. Con diversi mesi di ritardo rispetto alla consegna prevista a causa della lunga polemica sul colore della corolla e la sostituzione dei pannelli trasparenti con quelli bicolore (che ha portato naturalmente anche ad un aggravio dei costi) il risultato del restauro è sotto gli occhi di tutti. Come ho già scritto in passato, il percorso che ha portato al restauro (l’ultimo risaliva al 1989) è stato travagliato e pieno di polemiche a partire dalla messa in sicurezza dell’opera progettata da Alvino nel 2012. A ottobre 2013 furono messi a bilancio oltre 400.000 euro per il restauro completo dell’opera. I lavori erano quasi ultimati nel primo trimestre 2016, salvo poi essere bloccati per la questione del colore della corolla.
La struttura – come mostrato dalle foto comparative fra il 2012 ed oggi – era in condizioni pietose. Sul colore si dibatterà ancora, dato che la cassa armonica dal 1877 ad oggi ha cambiato colore più volte… alternanza di colori dal forte contrasto chiaro /scuro (in origine), alternanza verde giallo (Come nel restauro del 1989), trasparenti (come negli anni ’70 ed ’80). Di sicuro a breve verrà finalmente restituita alla villa comunale un altro pezzo importante. La villa tornerà al completo splendore solo però quando sarà pienamente accessibile, ovvero quando le aree di cantiere per i lavori della linea 6 e per il restauro della stazione zoologica Anton Dohrn saranno ultimati).
Nel collage in basso a sinistra la villa comunale com’era fino al 2012, il progetto originale di Alvino, il progetto dei lavori di restauro approvato in origine (coi pannelli trasparenti) ed una foto d’epoca con la corolla in parte trasparente ed in parte bicolore. In basso la foto risalente al 1972 (da un calendario, indicazione dell’autore dello scatto sul calendario: Andrea Angelini).
foto da un calendario del 1972 (autore Andrea Angelini)
Questa mattina appariva ancora coperto da un telo, in attesa che il monumento restaurato venga svelato alla presenza del sindaco di Napoli Luigi de Magistris.
E’ l’obelisco di Portosalvo, un monumento che da almeno due lustri appariva imbrigliato a causa di problemi di staticità, simbolo insieme alla vicina chiesa ed alla fontana della maruzza della difficoltà di recuperare il patrimonio artistico/culturale che aveva Napoli fino a qualche tempo fa.
Da quando è stato inaugurato il progetto Monumentando, pur fra le critiche dei tanti eccellenti partenopei che avrebbero fatto diversamente, sicuramente meglio, di più e in minor tempo ( !!! ), questo è il sesto monumento recuperato ed altri sono già oggetto di lavori in corso.
Un dato non scontato, riuscire a far restaurare i monumenti a costo zero per la collettività, grazie ai proventi delle sponsorizzazioni pubblicitarie.
Proprio nella piccola isola in mezzo all’asfalto di Portosalvo l’esempio più evidente. Se con Monumentando son stati recuperati la fontana della maruzza e l’obelisco, la curia è ancora alle prese con il (ben più oneroso) restauro della chiesa di Santa Maria di Portosalvo, un restauro che sarebbe dovuto iniziare nel 2009 con una formula simile (la ditta che si deve occupare del restauro avrebbe dovuto usufruire dei proventi delle pubblicità installate sulle impalcature ) ma che nel 2013 portò all’interruzione del rapporto in quanto il restauro, nella realtà, era in alto mare (fu un mezzo scandalo in quanto la società appaltatrice aveva avuto diversi monumenti da restaurare).
Giusto auspicare un maggiore rispetto dei tempi di consegna, assurdo cercare di affossare con critiche spesso sterili un progetto che sta portando al recupero di numerosi monumenti (nonché alla loro successiva manutenzione) senza che venga speso un euro da parte dell’amministrazione comunale.
Nel video pubblicato su youtube tutti i passaggi della complessa opera di restauro:
Ps
Ogni monumento di Napoli è parte integrante della storia della città. L’obelisco fu realizzato nel 1799 come simbolo di ritorno dei Borbone dopo la breve e sfortunata parentesi repubblicana. Non è un caso che i santi raffigurati siano San Gennaro, Sant’Antonio da Padova e San Francesco di Paola.
San Francesco di Paola era patrono del regno, mentre Sant’Antonio sostituì per un breve periodo San Gennaro come patrono di Napoli, in quanto San Gennaro fu “reo” di aver aderito alla rivoluzione giacobina, dato che nonostante il re fosse stato cacciato il santo aveva compiuto il miracolo dello scioglimento del sangue…
E’ una lotta impari. Basta il gesto di un unico idiota per rovinare un monumento. Le fontane-obelisco di piazza Mercato, note anche come fontane del Securo (dal nome dell’autore), sono state restituite alla cittadinanza in aprile, grazie al progetto Monumentando del comune di Napoli. Ripulite, restaurate, di nuovo funzionanti e con copie delle testi di sfinge rovinatesi nel corso del XX secolo (fino all’anno scorso apparivano mozzate tutte le otto sfingi delle due fontane), le fontane sono state sporcate già un paio di settimane dopo l’inaugurazione. Ripulite nuovamente, son tornate alla ribalta a causa dei vandali in estate, ad agosto. Nulla però di paragonabile a quanto appare adesso: da alcuni giorni una delle due fontane, quella più vicina a Sant’Eligio, è stata vergognosamente imbrattata con vernice rossa: le sfingi sono state dipinte ed al centro della fontana, sotto l’obelisco, domina una scritta…. “NUNZIA”.
Qualsiasi commento è superfluo… la fontana verrà ancora ripulita… ci si domanderà ancora se a Napoli la teoria delle finestre rotte è veramente valida e la maggior parte della città continuerà ad assistere silente ai gesti vergognosi di pochi.
Il giorno in cui i napoletani riusciranno ad isolare e fermare i vandali, il giorno in cui si riusciranno ad educare i ragazzi al culto del bello e dell’arte ed all’importanza del rispetto del “proprio” patrimonio artistico, probabilmente si riuscirà ad iniziare a costruire una città davvero migliore. Provarci è un dovere morale.
Monumentando, il progetto del comune che ha permesso e sta realizzando il recupero ed il restauro di 27 monumenti napoletani a costo zero per la cittadinanza, grazie alle installazioni pubblicitarie, arriva in piena agorà dell’antica Neapolis greco-romana.
Si apprende infatti che sta per iniziare il restauro della statua dedicata a Gaetano Thiene, il cui santuario si trova proprio a pochi passi dalla statua. Sono al momento cinque i monumenti già restaurati e diversi i cantieri aperti, di cui alcuni in fase di ultimazione (l’obelisco di Portosalvo ad esempio).
Interessante riscoprire per l’occasione la storia travagliata del monumento, inizialmente progettato dal Fanzago e realizzato nella seconda metà del XVII secolo, modificato nel corso del secolo successivo fino a raggiungere l’attuale configurazione, con la statua del santo in metallo aggiunta a metà Settecento in sostituzione di quella originale. Dell’iniziale progetto restano il basamento ed i puttini. Per un certo periodo si pensò anche di utilizzare la famosa colonna in marmo cipollino riscoperta durante gli scavi per il campanile del Duomo, progetto poi abbandonato. La colonna, parte integrante del monumento ai caduti in piazza Vittoria, è stata oggetto della prima opera di pulizia&restauro del progetto Monumentando.