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Archivi della categoria: monumenti di Napoli

Riaprono i giardini pensili di Palazzo Reale, foto e info

25 domenica Nov 2018

Posted by Fabrizio Reale in giardini e parchi di Napoli, immagini di Napoli, luoghi da fotografare a Napoli, monumenti di Napoli, Musei di Napoli, Napoli, percorsi guidati Napoli, restauro monumenti di Napoli

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giardini pensili, giardini pensili di Palazzo Reale, Palazzo Reale di Napoli

Napoli, 24 novembre 2018

Dopo alcuni anni di lavori hanno finalmente riaperto alla città i giardini pensili di palazzo reale.   Dal 24 novembre e fino al 5 gennaio (aggiornamento: fino al 30 aprile 2019)  è possibile visitare gli splendidi giardini con vista mozzafiato sul golfo di Napoli esclusivamente il sabato e la domenica (non le prime domeniche del mese) partecipando ad un percorso guidato con partenza alle 11.00 o alle 12.20.  Il costo è di 2 euro in aggiunta al costo di accesso alle stanze di palazzo reale (6 euro).  Info e prenotazioni sul sito di coopculture.

ORARI (dal sito di coopculture)

11.00 – 12.30 SABATO, DOMENICA E FESTIVI
VISITE PER SINGOLI ORE 11.00 – 11.45 – 12.30
11.00 – 12.15 VISITE GUIDATE PER LE SCUOLE SU PRENOTAZIONE OGNI MARTEDÌ ORE 10.00 – 10.45 – 11.30 – 12.15

giardini pensili di palazzo reale a Napoli (10)
giardini pensili di palazzo reale a Napoli (11)
giardini pensili di palazzo reale a Napoli (8)
palazzo reale scalone monumentale fisheye1
giardini pensili di palazzo reale a Napoli (6)
giardini pensili di palazzo reale a Napoli (2)
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Inizia il restauro di Santi Cosma e Damiano ai banchi Nuovi (Grande Progetto Centro storico di Napoli – Valorizzazione del sito Unesco,)

11 lunedì Dic 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli, restauro monumenti di Napoli, Riqualificazione Napoli

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banchi nuovi, grande progetto centro storico, recupero monumenti, restauro monumenti Napoli, riqualificazione strade di Napoli, santi Cosma e Damiano

banchi-nuovi-di-notte

Napoli, 11 dicembre 2017

Continuano i lavori di riqualificazione e valorizzazione del centro storico di Napoli patrimonio UNESCO nell’ambito del “grande progetto centro storico di Napoli – sito UNESCO” ( i cui fondi secondo alcuni male informati erano andati persi…) .

Mentre proseguono i lavori relativi alla riqualificazione di alcuni assi viari del centro antico,  è notizia di oggi (di seguito il comunicato) dell’inizio dei lavori in una delle chiese più degradate del centro antico, Santi Cosma e Damiano in largo Banchi Nuovi.

La chiesa, fondata nel XVII secolo, è stata costruita modificando profondamente la più antica loggia dei banchi nuovi, come testimoniato dagli archi della loggia murati ed ancora visibili.   Nel 2011 il cardinale Sepe ne annunciò il recupero nell’ambito dei progetti promossi dall’ordine degli ingegneri (come accaduto in modo positivo per la vicina  San Giovanni Maggiore) ma fino ad oggi poco o nulla era stato fatto.

Il comunicato stampa sull’inizio dei lavori:

Iniziano i lavori alla chiesa dei Santi Cosma e Damiano in largo Banchi Nuovi

Nell’ambito degli interventi del Grande Progetto Centro storico di Napoli – Valorizzazione del sito Unesco, sono partiti i lavori di restauro e rifunzionalizzazione della chiesa dei Santi Cosma e Damiano in largo Banchi nuovi.

I lavori, per un costo complessivo di circa € 600.000,00, riguarderanno il risanamento strutturale, il restauro architettonico e delle superfici decorate, nonché l’adeguamento funzionale ed impiantistico del bene monumentale di proprietà della Curia arcivescovile. Durata prevista: 14 mesi.

“Si tratta di un intervento di restauro che renderà nuovamente fruibile alla città la chiesa dei Santi Cosma e Damiano – dichiarano gli Assessori Calabrese e Piscopo, un bene di pregio che, insieme con il largo Banchi Nuovi, è connotato da una forte identità storica. A ultimazione dei lavori la chiesa sarà riaperta al pubblico ed ospiterà convegni e attività espositive e formative”.

Le catacombe di San Gennaro (galleria fotografica)

20 lunedì Nov 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli

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archeologia a Napoli, area archeologica, Capodimonte, catacombe, catacombe di San Gennaro, fotografie di Napoli, immagini di Napoli, Sanità

catacombe di san gennaro affresco Theotecnus, Ilaritas e Nonnosa.
catacombe di san gennaro con affresco fisheye
catacombe di san gennaro fisheye
catacombe di san gennaro4
catacombe di san gennar3

Napoli, 18 novembre 2017

Non ero mai entrato all’interno delle Catacombe di San Gennaro, un tempo aperte solo sporadicamente ma negli ultimi 10 anni sempre più al centro dei percorsi turistico-culturali partenopei grazie all’intraprendenza dei giovani napoletani della cooperativa sociale La Paranza. Stando a quanto si apprende dal sito delle catacombe di Napoli (oltre a quella di San Gennaro la cooperativa gestisce anche quella di San Gaudioso, accessibile dall’interno della basilica di Santa Maria della Sanità) le catacombe di San Gennaro sono passate dai 5000 visitatori del 2006 agli 80.000 del 2016, con il 2017 che chiuderà con il nuovo record di visite.  Il percorso è di grandissimo interesse e viene percorso – per chi accede dall’ingresso principale situato lungo via Capodimonte (a pochi metri dalla basilica di santa Maria Maggiore del Buon Consiglio) a ritroso nel tempo dalla zona più “nuova”, risalente al VI secolo d.C. scendendo per altri due livelli giù fino al nucleo originario, a partire da una tomba pagana romana.   Sono diversi gli elementi che attirano l’attenzione, al di là dell’enorme quantitativo di tombe di ogni tipo, scavate nel tufo di lato o a terra.  Fra questi balza all’occhio l’affresco raffigurante una famiglia defunta: padre, madre e figlia, Theotecnus, Ilaritas e Nonnosa.  Guardando attentamente si possono notare tre strati differenti di affresco, come se fosse stato rifatto aggiungendo di volta in volta una persona della famiglia, a partire dalla prima defunta, la piccola Nonnosa.

catacombe di san gennaro6
catacombe di san gennaro 5
tomba di san gennaro catacombe napoli
catacombe di san gennaro basilica e cripta vescovi
catacombe di san gennaro2

Addentrandosi per il percorso si attraversa una prima, maestosa, basilica ipogea (VI sec) scavata nel tufo,  dalla quale si accede attraverso tre grandi archi,  cui segue una seconda basilica nota come la cripta dei Vescovi (V sec) anche a causa delle raffigurazioni dei primi 14 vescovi napoletani. In questa zona vi è, ad un livello inferiore, la tomba di San Gennaro (uno dei diversi luoghi, il più famoso probabilmente, in cui trovarono sepoltura nei secoli i resti del santo patrono di Napoli).  Scendendo verso il livello più basso si passa per una zona i cui affreschi sono ancora ben riconoscibili.

catacombe di san gennaro affresco3
catacombe di san gennaro affresco2
catacombe di san gennaro affresco1

Scendendo ulteriormente, dopo il passaggio obbligato all’interno della basilica di San Gennaro extra-moenia (oramai si è in piena Sanità, all’interno dell’Ospedale San Gennaro), si può ammirare il primo livello delle catacombe, il più antico, risalente al II secolo d.C.   Al suo interno vi è la basilica di Sant’Agrippino, sesto vescovo di Napoli e fra i primi patroni della città, con un altare paleocristiano.  Accanto dal vestibolo che conserva ancora ampie tracce della struttura originaria romana, con affreschi, si diramano le gallerie del percorso iniziale delle catacombe: un enorme tunnel le cui diramazioni sono piene di tombe, diverse delle quali ancora affrescate.

tomba paleocristiana catacombe di san gennaro
catacombe di san gennaro livello inferiore
catacombe di san gennaro1
catacombe di san gennaro primo livello
basilica di sant'agrippino catacombe di san gennaro

Anche se già presente nel percorso partenopeo del “grand tour”, una prima guida delle catacombe di San Gennaro fu realizzata nel 1839, Guida delle catacombe di SAn Gennaro del canonico Andrea de Jorio (1839)  

Il quadro nascosto dietro l’altro quadro… il segreto del San Giorgio (noto a tutti)

15 lunedì Mag 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli

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Aniello Falcone, chiese di Napoli, misteri di Napoli, quadro nascosto, San Giorgio Maggiore

san giorgio maggiore
san giorgio quadro dietro il quadro aniello falcone
chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi (5)

Napoli, 15 maggio 2017

Un segreto noto a tutti, un mistero irrisolto che probabilmente si chiama amore per l’arte…  il San Giorgio che uccide il drago di Aniello Falcone è stato protagonista anche di una puntata di Voyager  dedicata ai “segreti e misteri di Napoli e della Campania” qualche tempo fa (dicembre 2015).
Non è l’unico capolavoro racchiuso nella chiesa di San Giorgio Maggiore, anche nota come San Giorgio ai Mannesi, ma di sicuro è uno dei motivi principali per cui residenti e turisti avvicinano sacrestani ed inservienti per poter accedere all’abside della chiesa ed ammirare prima il San Giorgio di Alessio d’Elia e, attraverso un sistema di cerniere, poter riscoprire letteralmente un San Giorgio che uccide il drago realizzato nel primo Seicento da Aniello Falcone.   Probabilmente quando il d’Elia fu chiamato a dipingere un nuovo San Giorgio  non ebbe il coraggio di coprire il quadro di Aniello Falcone e vi pose la tela sopra.  Il risultato è un dipinto seicentesco che ha conservato intatti i colori originali, essendo stato nascosto per tre secoli alla vista di fedeli e curiosi.
La chiesa, che meriterebbe un approfondito restauro,  conserva traccia dell’antica basilica paleocristiana che leggenda vuole fu fondata a fine del IV  secolo dal Vescovo San Severo.   L’attuale ingresso altro non è che l’abside della chiesa paleocristiana, mentre all’interno della chiesa vi è un’antica cattedra realizzata con marmi di spoglio di epoca romana, secondo leggenda l’originale cattedra di San Severo, oltre al sarcofago all’interno del quale son conservati i resti mortali del santo.

chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi (4)
chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi (3)
chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi (2)
chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi (1)

Subito imbrattato il monumento a Diaz…dopo nemmeno una settimana…

29 mercoledì Mar 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli

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atti vandalici sui monumenti, monumento a Diaz, vandali a Napoli

vandali-monumento-diaz.jpg.jpg
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aggiornamento del 30 marzo: subito imbratto ma anche subito ripulito… si è intervenuti in pochissimo tempo per ripulire il monumento: https://diarionapoletano.wordpress.com/2017/03/29/subito-imbrattato-il-monumento-a-diaz-dopo-nemmeno-una-settimana/

 

Napoli, 29 marzo 2017

Non è durato nemmeno una settimana senza scritte:  il monumento a Diaz è stato vandalizzato ieri pomeriggio (se ne sono accorti i giornalisti del Corriere del Mezzogiorno) con una scritta idiota… una specie di firma… F 2 … F al quadrato…. idioti al quadrato…

Il monumento restaurato era stato inaugurato il 22 marzo…  ripropongo quel “pensiero ai vandali” che avevo scritto per l’occasione, sottolineando che il segno degli atti vandalici resta, indelebile, nonostante le operazioni di restauro.  Sull’argomento era intervenuto alcuni giorni fa anche il soprintendente Garella, in un’intervista a La Repubblica sottolineando che la pietra del basamento, il peperino, è pietra molto assorbente.

Non è la prima volta che accade che un monumento appena restituito alla città dal progetto Monumentando venga subito vandalizzato…era accaduto ad esempio anche per le fontane di piazza Mercato (più volte..ripulite e risporcate) o alla colonna spezzata (ripulita subito).

Fra sepolture, strade medievali e resti romani… sotto la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo

25 sabato Mar 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli

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archeologia nascosta a Napoli, area archeologica, chiesa dei santi Filippo e Giacomo, chiese di Napoli, cripta, stratificazione

chiesa dei santi filippo e giacomo interno napoli
corridoio fra due palazzi chiesa santi filippo e giacomo
altare ligneo sacrestia vecchia chiesa santi filippo e giacomo

Napoli, 22 marzo 2017

Nonostante la posizione privilegiata, in pieno decumano inferiore, la chiesa dei santi Filippo e Giacomo è meno conosciuta di altre della zona e necessiterebbe di maggiore attenzione e di più di un intervento  (ad esempio per quanto riguarda l’illuminazione). Ricca di storia ed opere d’arte, essendo la chiesa dell’arte della seta in quanto voluta e finanziata dai potenti consoli della seta, la chiesa nasconde anche alcuni tesori riscoperti solo di recente e fruibili grazie all’opera dell’associazione culturale Respiriamo Arte, che organizza apposite visite guidate di sabato e domenica.

Tralasciando quindi la descrizione della parte sempre accessibile della chiesa, sorvolando sul fatto che solo il visitatore più attento noterà che le due statue poste all’ingresso della chiesa sono opera di quel Sanmartino famosissimo per il Cristo Velato,  in questo breve reportage fotografico sono riportati luoghi che solo in pochissimi hanno visitato: le cripte ipogee utilizzate dalla corporazione della seta per dare degna sepoltura agli artigiani non ricchi, i resti archeologici che mostrano una volta in più la profonda stratificazione tipica del centro antico partenopeo, la sacrestia vecchia e le parti di raccordo fra gli ambienti del complesso monumentale.

cripta della chiesa dei santi filippo e giacomo napoli
maioliche chiesa santi filippo e giacomo
affresco cinquecento chiesa precedente santi filippo e giacomo

La visita guidata consente di toccare con mano le modifiche all’assetto urbano a cavallo del ‘500, allorquando i consoli della seta ebbero la necessità di costruire una chiesa fronte strada collegata al conservatorio (un luogo in cui le figlie povere degli artigiani della seta avevano concreta possibilità di “conservarsi”, di imparare l’arte della seta e di procurarsi attraverso il lavoro all’interno della struttura una dote per il futuro matrimonio).  Ed ecco che le tracce del passato, simboli della stratificazione tipica dell’assetto urbanistico partenopeo, fuoriescono all’improvviso: il vicoletto che divideva il palazzo del conservatorio (attualmente la scuola Confalonieri) ed il palazzo medievale divenne parte della chiesa, un corridoio… solo i montanti in pietra dei vecchi balconi dei palazzi ricordano che quel corridoio era un vicoletto…

reperti archeologici chiesa santi filippo e giacomo
pavimento medievale su muro romano
pavimento medievale su muro romano chiesa santi filippo e giacomo

Un po’ più in là, da un cortile in mezzo ai palazzi, si accede prima ad un pezzo di strada medievale e poi, guardando un po’ più sotto, a quel che resta di una costruzione di epoca romana, una domus probabilmente.  Perché il cortile ancora oggi utilizzato poggia sopra la strada ed il cortile del palazzo medievale, che poggia sopra i muri perimetrali di una villa romana…  stratificazione… appunto.

E’ la meraviglia di Napoli, la meraviglia di una città che non è mai stata rifondata, che non ha mai negato il passato ma che ha continuato a costruire sempre sulle fondamenta della propria storia.

Il monumento a Diaz restaurato e un pensiero ai vandali….

22 mercoledì Mar 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli, restauro monumenti di Napoli

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monumentando, monumentando Napoli, monumenti di Napoli, monumento a Diaz, recupero monumenti, restauro monumenti Napoli

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restauro-statua-diaz-monumentando.jpg.jpg
restauro-particolar.jpg.jpg

Napoli, 22 marzo 2017

Questa mattina alle ore 11,30 verrà presentato alla cittadinanza il monumento a Diaz restaurato nell’ambito del progetto Monumentando, a costo zero per la cittadinanza.   Il foto confronto fra com’era il monumento prima del restauro e come è oggi mostra il tanto lavoro fatto.

C’è un però.

A guardare bene il monumento, aguzzando la vista e soffermandosi su determinati punti, si scorgerà, soprattutto alla base (oggetto di un ulteriore passaggio da parte dei restauratori nelle ultime settimane), ancora qualche segno degli atti vandalici.

Una traccia, un alone…  Perché l’atto vandalico, la scritta, il graffito lasciano comunque il segno.

Non dimentico le parole ascoltate alcuni anni fa di un restauratore durante una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza contro i graffiti vandalici: per quanto si possa lavorare, ripulire e restaurare… qualche segno, qualche traccia dell’atto vandalico resterà sempre, indelebile.   Questo perché i materiali spesso, essendo porosi, assorbono vernici e pitture o perché in alcuni casi si rischierebbe di danneggiare di più con l’opera di pulizia utilizzando metodi troppo aggressivi.

 

Restaurate le tombe del 1300 vandalizzate per decenni da scritte (chiesa di Santa Chiara – Napoli)

19 domenica Mar 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli, restauro monumenti di Napoli

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atti vandalici sui monumenti, graffiti vandalici, recupero monumenti, restauro monumenti Napoli, Santa Chiara, Santa Chiara a Napoli

restauro sarcofago chiesa di santa chiara napoli
graffiti vandalici a santa chiara napoli

Napoli, 19 marzo 2017

Chi si ricorda della cappella di Santa Chiara i cui sarcofagi trecenteschi erano stati ripetutamente vandalizzati per decenni da firme e scritte?  Ne scrissi a suo tempo (era il febbraio del  2015) ed una delle foto che pubblicai fu ripresa anche dal Corriere della Sera in pagina nazionale.   In estate 2016 era stato annunciato che era in corso il restauro di tutte le opere presenti all’interno della cappella (entrando in chiesa… la seconda sulla sinistra), terminato alcuni mesi fa il restauro, il visitatore che si reca oggi all’interno della chiesa gotica non potrà mai immaginare in che condizioni pietose erano gli antichi marmi.

cappella santa chiara

La tomba di drugo de Merloto ed il sarcofago di suo figlio Niccolà di Merloto son stati restaurati e ripuliti. Anche la lastra sepolcrare di Isabella d’Alneto, madre di Drugo, morta il 3 ottobre 1341, è stata restaurata e ripulita dalle centinaia di scritte di ogni tipo. Come scrissi a suo tempo i graffiti non erano né pochi né tutti recenti: guardando le foto del 2015 si può notare che vi sono graffiti vandalici risalenti al 1968, agli anni ’70, agli anni ’90, oltre ad alcuni decisamente più recenti.  Vi era una tradizione folkloristica in base alla quale si chiede qualcosa ai defunti: quasi tutte le frasi iniziano con “fammi, facci, fa’”, quasi come se fosse una preghiera o una richiesta a un’anima pezzentella, a un santo, a qualcuno in cielo.  C’era un “fammi sposare presto”,messaggi di amore ed anche un “facci fare la rivoluzione”, datato.

 

 

 

Palazzo Reale di Napoli: 4630 oggi per la #domenicalmuseo nonostante il maltempo (qualche #foto scattata oggi con fish-eye)… in TOP10 Italia il Museo Archeologico Nazionale…

05 domenica Mar 2017

Posted by Fabrizio Reale in fotografando a Napoli, luoghi da fotografare a Napoli, monumenti di Napoli, Musei di Napoli, Napoli

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fotografie di Napoli, immagini di Napoli, musei di Napoli, Palazzo Reale di Napoli, statistiche visite musei

salone-dercole-palazzo-reale-di-napoli-fish-eye
palazzo-reale-napoli-ambulacro
palazzo-reale-scalone-monumentale-ingresso-fish-eye

Napoli, 5 marzo 2017

Nonostante il forte acquazzone oggi il palazzo Reale di Napoli è stato visitato da 4630 persone. A renderlo noto via twitter è il Polo Museale attraverso l’account ufficiale di Palazzo Reale.  Oggi pomeriggio, al calar della sera, ho approfittato dell’orario e della minor folla rispetto alla mattinata per scattare qualche fotografia con fish-eye.

Nel primo blocco di foto il salone d’Ercole,  lo scalone d’onore e l’ambulacro. Nel secondo blocco due fotografie del cortile d’onore ed un particolare di una delle stanze dell’appartamento reale.

Va ricordato che il palazzo Reale nel 2016 è stato visitato da oltre 185.000 persone.

Il sito più visitato a Napoli in questa #domenicalmuseo è stato il Museo Archeologico Nazionale ( 6300 visitatori), secondo in Campania dopo la reggia di Caserta ( 7470) e davanti a Pompei (6180) penalizzata dalla pioggia.

cortile-palazzo-reale-napoli-fish-eye1
cortile-palazzo-reale-napoli
palazzo-reale-appartamenti-specchio

Vicolo San Gaudioso e quel che resta dell’antichissimo complesso

29 domenica Gen 2017

Posted by Fabrizio Reale in monumenti di Napoli, Napoli

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centro antico di Napoli, monumenti di Napoli, vico San Gaudioso, vicoli di Napoli

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Napoli, 29 gennaio 2017

Risalendo per l’antico cardo (via Nilo – via Atri) oltre il decumano superiore, vicolo San Gaudioso nasconde quel che resta di un ricchissimo ed antichissimo complesso monastico, che aveva dato il nome alla strada.  Il complesso fu fondato nel V secolo dal vescovo africano Settimio Celio Gaudioso, Sant’Agnello ne fu abate.  Il complesso conobbe grande fortuna e ricchezza fra il XVI e XVII secolo, quando l’intera insula religiosa fu ampliata ed abbellita.  La scala e l’arco di ingresso, realizzati da Cosimo Fanzago, unici resti del complesso, ne sono testimonianza.  La chiesa fu distrutta nel 1799 durante i moti che portarono alla fondazione della repubblica partenopea, mentre il monastero – divenuto nel frattempo prima osservatorio e poi dal 1830 sede di clinica universitaria – fu abbattuto negli anni ’20 del XX secolo per realizzare la nuova sede del Policlinico.

Sotto l’arco d’ingresso, un po’ danneggiato dal tempo, è ancora riconoscibile il passaggio di Zilda (l’opera dello street artist si chiama “meditazione”).

fonti:  Napoligrafia e wikipedia

Dove si trova il complesso di San Gaudioso (google maps)

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