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Bagnoli e il destino incerto della colmata: si dice rimozione integrale e si scrive resezione parziale…

15 venerdì Apr 2016

Posted by Fabrizio Reale in Bagnoli, Napoli, Riqualificazione di Bagnoli

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Bagnoli, colmata di Bagnoli, inquinamento Bagnoli, Renzi e Bagnoli, report inquinamento Bagnoli, spiaggia di Bagnoli

colmata di bagnoli

Napoli, 14 aprile 2016

E’ stato il giorno della conferenza di servizi che ha approvato il piano per la bonifica di Bagnoli. Al di là delle dichiarazioni di rito (“toglieremo la colmata” etc. etc.) del nostro presidente del consiglio, al di là del continuo confronto Renzi – de Magistris (come se l’avversario del sindaco fosse Matteo Renzi e non la Valente, non pervenuta), colpiscono, leggendo la documentazione fornita da Invitalia, due incongruenze che andrebbero spiegate meglio ai cittadini:

  • La rimozione della colmata

Renzi e Nastasi hanno affermato che verrà completamente rimossa, però nel documento “Programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana” del SIN di Bagnoli – Coroglio alla pagina 173 si legge:

 il perseguimento di questo obiettivo si può ottenere agendo con una resezione parziale della colmata ridisegnando in modo omogeneo la linea di costa; tale orientamento richiede il cambiamento delle attuali disposizioni normative, che vincolano alla rimozione integrale della colmata, ed al riposizionamento del materiale in un sito esterno;  

• il superamento della previsione del ripristino della originaria linea di costa, che vincola le opportunità di recupero economico e sociale dell’area, sottraendo territorio nel quale collocare lungo il fronte del litorale attività sociali e commerciali capaci di rivitalizzare la parte più attraente dell’area di Bagnoli Coroglio; il ripristino della originaria linea di costa non rappresenta un vantaggio per il programma di rigenerazione urbana.

Secondo il piano, quindi, la linea di costa non verrà ripristinata e non si parla più di rimozione integrale della colmata bensì di “resezione parziale”. Resta inoltre il dubbio sull necessità di cambiare le disposizioni normative anche per quanto concerne il riposizionamento del materiale in un sito esterno… secondo il piano parte della colmata resterà là ed il resto ?

  • L’attuale stato di inquinamento dei luoghi va analizzato con maggiore dettaglio.. 

L’ISPRA a gennaio ha ricevuto una richiesta di analisi di rischio legati all’arenile di Bagnoli ed ha effettuato l’analisi a partire da “un unico campione di “sabbia di riempimento”prelevato il 15/04/2009 nel tratto di arenile compreso fra lido Fortuna e Lido Arenile Nord” indicando un doveroso “ma”: “premesso che un unico campione sembra insufficiente a caratterizzare completamente l’intera area“.

Del resto, pur predisponendo con le premesse di cui sopra l’analisi di rischio ambientale, il cui risultato non evidenziava rischi evidenti,  l’ISPRA dopo sopralluogo del 30/03/2016 ha segnalato diverse incongruenze fra lo stato dei luoghi descritto nella documentazione in loro possesso e l’effettiva situazione. In particolare in alcune zone manca il “materiale di ripascimento”, in altre i moti ondosi hanno fatto depositare sabbia marina,  in altre è venuto meno anche il telo di copertura…

Va ricordato infatti che la messa in sicurezza precedente dell’arenile consisteva nel rimuovere parte della sabbia (dai 20 ai 100 cm), posizionare un telo sull’arenile originario e depositare nuova sabbia per il ripascimento.

Quel che si chiede è maggiore chiarezza sul destino della colmata e di effettuare quanto prima analisi approfondite dei luoghi per valutare se e quanto questi siano contaminati.

 

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Il mare non bagna Bagnoli

20 venerdì Feb 2015

Posted by Fabrizio Reale in Bagnoli, il mare di Napoli, Napoli, Riqualificazione di Bagnoli

≈ 1 Commento

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arenile di Bagnoli, colmata di Bagnoli, inquinamento Bagnoli, report inquinamento Bagnoli, spiaggia di Bagnoli

collettore bagnoli la pietraNapoli, 20 febbraio 2015 #22

E’ difficile scattare una brutta fotografia del mare davanti Bagnoli, da qualunque punto di vista, se da Coroglio, dal pontile di Bagnoli, dall’istmo di terra che collega Nisida o dalla via che conduce a Pozzuoli.  E’ difficile poi rendersi conto che il mare in realtà non bagna Bagnoli da tanto tempo, che quella che appare in foto è solo un’illusione, un effetto ottico legato all’obiettivo fotografico.

Non è questione politica, né riguarda le problematiche relative a Bagnoli futura, a città della Scienza o alla destinazione finale dell’intera, enorme, ex-area industriale.  Il problema vero è capire come far sì che il mare possa bagnare nuovamente Bagnoli, dato che arenile e fondale sono “compromessi”.

Ogni volta che qualcuno torna a discutere di balneazione a Bagnoli, del fatto che la qualità delle acque di balneazione sia probabilmente eccellente, dell’originario e primigenio anelito di uno dei luoghi più belli al mondo verso un destino di turismo e ricchezza, ripenso a cosa c’è sotto la sabbia e sotto il fondale, a quell’enorme bomba ecologica che non vogliamo ricordare, a cui si aggiunge, seppur in misura di gran lunga minore, quanto viene scaricato dai collettori che raccolgono le acque degli antichi alvei sotterrati (oltre che dalle acque piovane). A Bagnoli sfociano infatti i collettori che raccolgono l’emissario di Via Cinthia, l’arena S.Antonio, l’emissario di Coroglio, le acque piovane della zona dove c’era il lago di Agnano, quel che resta infine delle antiche sorgenti termali della zona, in un mix che meriterebbe maggiori controlli.

Per quanto riguarda i danni legati all’ex-area industriale di Bagnoli, i risultati dei campionamenti effettuati dall’ICRAM nel 2005, pubblicati sul sito del comune di Napoli in versione integrale, non lasciano spazio a fantasie sul futuro di Bagnoli.   O si bonifica, o si seppellisce tutto sotto una spessa coltre di cemento, si spera solo metaforicamente parlando.

Il rapporto dell’ Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ICRAM), poi confluito all’interno dell’ISPRA, è probabilmente lo studio più completo ed esaustivo che riguarda l’inquinamento della zona di Bagnoli.  Risale a dieci anni fa circa. Le parole di sintesi sono sconfortanti: contaminazione e compromissione degli arenili e dei fondali davanti all’ex Italsider, mentre le immagini riportate nel rapporto mostrano che l’area interessata è più ampia di quel che si possa immaginare.

stato di elevata contaminazione, e per alcune aree addirittura di compromissione, sia degli arenili che dei fondali prospicienti l’ex area industriale di Bagnoli.

Sull’arenile di Bagnoli e sul fondale sono presenti in quantità preoccupanti idrocarburi policiclici aromatici (IPA), metalli collegati all’attività siderurgica quali piombo, zinco, cadmio, rame, mercurio. L’area interessata è “tutta l’area di fondale antistante l’ex impianto industriale, fino al largo, con zone adiacenti (il settore a nord dell’area e la baia di Nisida) ancora interessate, con concentrazioni più elevate nell’area a ridosso della colmata”, estende

Le concentrazioni più elevate, quelle per cui è necessario procedere all’attuazione di interventi immediati, sono state riscontrate nell’area immediatamente a ridosso della colmata, sia frontalmente che lateralmente, estendendosi oltre gli arenili a nord della colmata. Per tutti i contaminanti più significativi si osserva lo stesso andamento delle concentrazioni in funzione della profondità: a 2 m di profondità, infatti, si riscontrano concentrazioni elevate solo in prossimità dei due pontili della colmata.

Cosa venne fatto dopo la pubblicazione di questi dati?

Il divieto di balneazione è in vigore dal 2006, venne interdetto l’accesso l’arenile di Bagnoli “a sud della colmata”, chi aveva attività in altre zone dell’arenile fra Coroglio e Bagnoli, per continuare ad operare, dovette provvedere a “piazzare qualcosa” sulla sabbia, che fosse erba sintetica, camminamenti in legno o altro, per ridurre al minimo il rischio per i clienti. Gli stabilimenti balneare infatti sono attrezzati solo per elioterapia.   Pare che vi sia stata anche una parziale aggiunta di sabbia durante le più recenti operazioni di messa in sicurezza, per quanto riguarda una parte di spiaggia… ma si tratta di pezze che non risolvono il problema.

Non è possibile pensare di eliminare il divieto di balneazione se prima non verranno rimosse le cause del divieto, sostanze altamente cancerogene (Bagnoli, al di là dell’ interesse mediatico sulla terra dei fuochi, è l’area con maggiore incidenza di tumori di tutta Napoli e dintorni, ben al di sopra della media nazionale… ).

Non è possibile pensare ad una spiaggia pubblica o privata che sia,  se prima non verrà bonificata realmente l’area (cosa complicatissima fra l’altro, a causa della tipologia di sostanze presenti).

Chiunque abbia tempo e voglia di approfondire la cosa può scaricare i dati completi riguardanti tutti i campionamenti effettuati sull’arenile, sulla colmata, sui fondali, con le differenze fra gli arenili a nord (presenza massiccia di IPA) e quelli a sud (contaminazione legata a metalli come piombo, zinco, rame e negli strati più profondi a IPA).

Per quanto riguarda quanto c’è in mare, sul fondo vi sono

“scoriacei di colore grigio acciaio, granuli nerastri informi di aspetto vetroso o submetallico, carbone”,

fino a -50 metri, con livelli di contaminante ancora molto elevati (dati sempre 2005) e con concentrazioni elevate di IPA e piombo emerse dalle analisi effettuate sulle cozze presenti nella zona.

Son passati dieci anni, poco è stato fatto ed in tanti (penso a chi si bagna nelle acque davanti l’ex-Italsider) hanno dimenticato già perché il mare non bagna Bagnoli….

 

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