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Archivi tag: percorsi turistici

Le meraviglie dei campi flegrei: la piscina mirabilis

12 martedì Mar 2019

Posted by Fabrizio Reale in Campi flegrei, cosa fotografare a Napoli e dintorni, cosa visitare a Napoli e dintorni, meraviglie di Napoli e dintorni, Napoli

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archeologia Campi Flegrei, archeologia nascosta a Napoli, Campi flegrei, percorsi turistici, piscina mirabilis

Piscina Mirabilis: è questo il nome che i studiosi diedero nel XVII secolo alla enorme cisterna romana di Miseno. Non una cisterna comune per l’acqua potabile, ma quella probabilmente fu la più grande cisterna mai costruita dagli antichi romani, interamente scavata nel tufo, alta 15 metri, lunga 70 e larga 25, con una capacità di 12.000 metri cubi d’acqua potabile a servizio della flotta imperiale romana ormeggiata a Miseno, la Classis Misenensis, prima flotta dell’impero per numero di navi.  L’imponente piscina mirabilis, divisa in cinque navate dai quarantotto enormi pilastri, era la perfetta conclusione di un’opera architettonica titanica del I sec d.C., l’acquedotto romano del Serino che partendo dalla località dell’avellinese portava l’acqua per 96 km fino a Napoli, a Pozzuoli ed a tante altre città romane, oltre che servire la flotta militare di stanza a Miseno. Ancora oggi a Napoli sono visibili alcuni pezzi dell’antico acquedotto: i famosi “ponti rossi” ne sono un esempio, ma un parte di condotta è visibile anche all’interno del parco vergiliano ed un piccolo pezzo è stato scoperto di recente all’interno della Sanità. 

All’esterno della struttura sono visibili diversi ambienti, probabilmente originariamente di servizio alla stessa, posti alla sinistra dell’ingresso attuale alla cisterna; uno di questi conserva ancora pezzi di pavimentazione originale.
Le fotografie sono state scattate durante la giornata FAI di primavera 2016.

La piscina mirabilis non è sempre aperta al pubblico, ma è visitabile previa prenotazione. Si consiglia di verificare il numero di telefono e gli orari sul sito dei beni culturali campani, dato che il sito è visitabile solo contattando il custode (nel 2016 era una signora, attualmente non saprei).

Giorni e orario apertura: visitabile su richiesta prenotando al +39 081 5233199; Prenotazione: Obbligatoria (Telefono: +39 081 5233199) (sito consultato l’11 marzo 2019)


post ripreso da precedente pubblicato su laboratorionapoletano.com

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La pedamentina… scendendo da San Martino

02 domenica Apr 2017

Posted by Fabrizio Reale in luoghi da fotografare a Napoli, Napoli, percorsi guidati Napoli

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fotografie di Napoli, immagini di Napoli, pedamentina, pedamentina San Martino, percorsi turistici, scale di Napoli, trekking

Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta (in primo piano). In fondo, il duomo con la cupola della cappella del tesoro di San Gennaro
Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta (in primo piano). In fondo, il duomo con la cupola della cappella del tesoro di San Gennaro
pedamentina panorama centro napoli centro direzionale
pedamentina e castel sant'elmo

Napoli, 31 marzo 2017

Napoli è famosa – anche – per le sue scale, percorsi di una città obliqua che collegano l’area portuale con l’antica polis greca, la zona collinare con quella più prossima al mare, questa o quella parte della città.  Di scale, pendini e scalinate la città è piena… di pedamentina però ve ne è una sola.   La pedamentina è quella che da San Martino porta giù a Corso Vittorio Emanuele,  un complesso sistema di scale e tornanti che ha avuto origine nel XIV secolo, quando fu necessario aprire una strada che agevolasse il trasporto di materiale edile per costruire la certosa di san Martino (fonte).

Un tempo in pieno degrado,  da alcuni anni è  in pieno recupero, grazie anche al contributo di tanti volontari ed associazioni. Soprattutto… come tante altre scale di Napoli è diventata meta di turismo e di riscoperta da parte dei napoletani stessi.  C’è ancora tanto da fare, bisognerebbe recuperare anche i vicoli che dal percorso principale si diramano e bisognerebbe cercare di evitare che dal piazzale di San Martino vengano buttate giù in continuazione bottiglie di vetro (come accade a piazza Bellini per le mura greche).  Segue report fotografico di  un percorso che si affaccia sulla città ma che consente anche di ammirare agrumeti sotto castel dell’Ovo o scorci meno noti del centro città.  Non sono pochi i murales realizzati lungo il percorso.

La discesa è stata percorsa insieme agli amici del gruppo Conosciamo Napoli e la Campania.

pedamentina aranceto e castel sant'elmo
pedamentina 5
pedamentina 1

pedamentina a san martino (5)
murales sulla pedamentina
murales sulla pedamentina e scale

pedamentina 4
pedamentina 3

Napoli obliqua: da Pizzofalcone a Chiatamone

21 domenica Feb 2016

Posted by Fabrizio Reale in fotografando a Napoli, immagini di Napoli, luoghi da fotografare a Napoli, percorsi guidati Napoli

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Lamont Young, Monte di Dio, Monte Echia, Palazzo Serra di Cassano, percorsi turistici, Pizzofalcone, villa Ebe

panorama via calascione e nunziatellaNapoli, 21 febbraio 2016

Napoli è una città obliqua, non è piana non è verticale, una linea che sale in collina (Edoardo Bennato).  Oggi ho avuto la fortuna di seguire insieme agli amici di Conosciamo Napoli e la Campania un percorso che da piazza Vanvitelli porta giù fino al mare, a Chiatamone, attraversando il Petraio, San Carlo alle Mortelle, Monte di Dio e scendendo infine giù da Pizzofalcone attraverso le rampe di Lamont Young. Quella che segue è la second parte del resoconto fotografico del percorso, della lunghezza di meno di 4 km, vivamente consigliato a chi vuole riscoprire angoli panoramici di Napoli non molto battuti dai turisti e spesso ignoti anche ai residenti. Il resoconto della prima parte del percorso è stato pubblicato in questo post.

Superata via Nicotera e presa via Monte di Dio, tappa d’obbligo è la visita a palazzo Serra di Cassano, celebre per l’imponente scalone monumentale opera di Ferdinando Sanfelice, per essere sede dell’Istituto Italiano degli studi filosofici e per il destino di Gennaro Serra di Cassano, martire della rivoluzione napoletana del 1799. Da quando il figlio del principe Serra di Cassano fu giustiziato, in segno di lutto e protesta nei confronti l’ingresso principale del palazzo, che guarda verso palazzo reale, fu chiuso e mai più riaperto, se non in occasioni speciali, come nel caso del bicentenario dei fatti del 1799.

palazzo serra di cassano scalone monumentale1 Continua a leggere →

Napoli un percorso alla riscoperta della Napoli medievale e rinascimentale risalendo dall’antico porto

16 venerdì Ott 2015

Posted by Fabrizio Reale in fotografando a Napoli, immagini di Napoli, luoghi da fotografare a Napoli, monumenti di Napoli, Napoli, turismo a Napoli

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Conosciamo napoli e la Campania, percorsi turistici, visita guidata

Napoli, 15 Ottobre 2015

Premessa

Non è raro cercare percorsi alternativi per visitare Napoli. Gli amici di Conosciamo Napoli e la Campania del resto organizzano almeno una passeggiata al mese alla riscoperta  di luoghi più o meno conosciuti del capoluogo partenopeo. E’ quindi per me stato un piacere aiutarli ad organizzare il loro prossimo percorso, che si snoderà fra le scalinate ed i vicoli della parte bassa del centro antico di Napoli.  Avevo già proposto un itinerario simile su laboratorionapoletano.com qualche tempo fa (dall’antico porto -piazza Borsa al decumano del mare), quello però proposto insieme a Peppe Guida ed Orlando Catalano (fra le anime principali del gruppo facebook) è più completo ed interessante (qui il percorso), in quanto attraversa una parte della Napoli medievale-rinascimentale non sempre battuta dalle guide turistiche.   NB Nel post ogni link corrisponde ad una foto, ad un percorso, ad una descrizione di un palazzo, chiesa o strada, tutto tratto da laboratorionapoletano.com e pubblicato nel corso degli anni. Buona lettura.

Il percorso proposto da Conosciamo Napoli e da laboratorionapoletano.com (elaborazione di Orlando Catalano)

Il percorso proposto da Conosciamo Napoli e da laboratorionapoletano.com (elaborazione di Orlando Catalano)

La partenza: dalla spiaggia dell’antico porto (piazza Borsa) su per le scalette in centro città

cerriglio gradini di piazzettaSin dall’antichità Napoli aveva due porti, uno grande, situato in zona piazza Municipio (testimonianza dell’esatta collocazione di epoca greco-romana il ritrovamento delle navi durante gli scavi per realizzare la stazione metro di piazza Municipio) ed uno più piccolino, una sorta di porto di pescatori, noto come “mar ad Arcina“, quello che poi nei secoli sarebbe stato definito un “mandracchio“, termine utilizzato in diverse aree portuali del Mediterraneo, ma che avrebbe poi avuto nel corso dei secoli un’accezione negativa, come di luogo malfamato.  Ancora fino agli anni ’30 del XX secolo esisteva quest’ area portuale.   Tornando indietro nei secoli, va sottolineato che il livello del mare era un bel po’ più in basso, come testimonia l’antichissima chiesa di Sant’Aspreno al Porto, il cui ipogeo, che era una vera e propria cappella sulla spiaggia, è ancora oggi intatto così come appariva ai fedeli dell’ VIII-IX secolo (anche se realizzato in epoca paleocristiana su antiche costruzioni romane). Dal porto diverse stradine e scalette dovevano partire per raggiungere i palazzi a ridosso delle mura e la città vera e propria.  Una di queste, gradini di piazzetta, parte dalla zona del Cerriglio, sotto le mura dell’insula di Santa Maria la Nova, luogo che sarebbe diventato famoso nel XVII secolo come punto d’incontro di artisti e marinai (qui fu accoltellato Caravaggio).  Scommetterei che il 90% dei napoletani non ha mai percorso questi gradini, che sembrano inerpicarsi verso l’alto ma poi ritornano giù verso quello che oggi è sedile di Porto. Da qui salgono verso l’alto i gradini di pendino Santa Barbara, una scalinata che è là da almeno 700-800 anni e che è stata protagonista  (non positiva… ci vivevano le “nane”) del romanzo la Pelle di Curzio Malaparte nel secondo dopoguerra.

I banchi nuovi, palazzo Penne ed il ricordo di zi’Nennella

banchi nuovi di notteAttraversato l’ultimo arco, superato l’ultimo gradino di pendino Santa Barbara ci si ritrova catapultati nella Napoli antica. I nomi delle strade diventano plurisecolari e richiamano alla memoria fatti storici che si perdono nei secoli fino a diventare quasi leggenda. Da una parte si dirama, subito dopo largo Ecce Homo, via Donnalbina (come dimenticare i racconti delle vicende di Donn’albina Donna romita e Donna regina), dall’altra ci si ritrova fra i banchi nuovi. Ma il primo oggetto che si nota a largo Monticelli è quello che sembra uno sgangherato copri-cassonetto. In realtà celato là sotto c’è un monumento nazionale, “l’antica banca all’acqua solfurea”, come recitava la scritta sul marmo bianco, dell’acquafrescaia “Zi Nennella“.   Nella piazzetta è magnifico il portale di Palazzo Penne, da un paio d’anni restaurato (contrariamente al resto del palazzo). Si tratta di un palazzo ricco di storia (e di leggende), esempio superbo di architettura civile della Napoli del XV secolo. Di fronte è palazzo Palmarice (wiki) ed accanto la chiesa di San Demetrio e Bonifacio. Un’epigrafe posta sul palazzo descrive scene di vita del 1773 (qui il testo del Il banno dei Banchi Nuovi per sapere cosa vietava di fare). Questo banno fu proclamato ad alta voce e dopo il suono di tromba da parte dell’ “ordinario trombetta”il 24 luglio 1773 e quindi affisso sul muro del palazzo. Proseguendo per i banchi nuovi si passa accanto il palazzo dei duchi di Casamassima, costruito nel 1569 e si giunge al largo Banchi Nuovi, con la chiesa dei santi Cosma e Damiano, costruita laddove era l’antica loggia dei Banchi Nuovi, attualmente in stato di grande degrado.

Da San Giovanni Maggiore al Nilo

corpo di napoli statua del nilo restaurato  Lasciandosi sulla sinistra via Santa Chiara, si arriva a via Candelora e quindi a largo San Giovanni Maggiore.  Oltre a palazzo Giusso, sede storica dell’Orientale, ci si trova dinanzi la splendida cappella dei Pappacoda e soprattutto l’ingresso laterale della basilica di San Giovanni Maggiore.  Si tratta di uno dei monumenti più interessanti di Napoli, ogni parola in più è superflua.  Risalendo san Giovanni Maggiore Pignatelli, sulla destra vi è una seconda epigrafe. Risale al 1651 ed è un divieto di edificazione su quei suoli. Costeggiando il pallonetto di Santa Chiara, continuando per stradine e vicoli, si riesce a by-passare  Spaccanapoli, il decumano inferiore (al link il percorso da Piazza del Gesù a San Domenico Maggiore) e ci si ritrova direttamente su via Mezzocannone e poco dopo in piazzetta Nilo. Il Nilo, il Corpo di Napoli, è forse uno dei simboli più famosi della città.  Nel largo è anche la chiesa di Sant’Angelo al Nilo, al cui interno vi è il sepolcro del cardinale Brancaccio (wiki), uno dei monumenti più importanti di Napoli, realizzato da Donatello e Michelozzo fra il 1426 e 1428.

Dal corpo di Napoli alla sirena Partenope

fontana spina corona restaurataIl percorso prosegue per via Paladino. L’antica strada è piena di tracce di epoche storiche differenti: si può scorgere un’antica colonna romana ma anche la targa arrugginita della facoltà di Ingegneria, che qui aveva sede negli anni ’30 del XX secolo (un po’ di storia per chi vuole leggere). Di lato è la chiesa di Donnaromita, con la bella cupola maiolicata e poco più in là l’epigrafe su cui  è riportato il banno del 1600 che vietava di giocare in strada, pena il carcere.  La strada continua, costeggiando l’università e raggiungendo il Gesù Vecchio (XVI secolo – wiki).  Riprendendo il percorso indicato un bel po’ di parole più su, ci si avvia verso San Marcellino e Festo, con il bel chiostro che ospita sia sedi universitarie che il museo di paleontologia.  Di fronte è la chiesa dei santi Severino e Sossio, una delle chiese più belle e dense di storia di Napoli. Scendendo per le rampe di San Marcellino, si arriva nella zona di piazzetta Portanova. Degno di nota è il portale di palazzo Bonifacio , della stessa epoca di palazzo Penne.  Chiude il percorso la splendida fontana di Spina Corona, meglio nota come la “fontana delle zizze“. Vale la pena approfondire un po’ la descrizione di questa storica fontana, di cui c’è traccia storica sin dal XV secolo, ricca di simbologia e dal significato e storia parzialmente oscuri: la sirena Partenope (nella versione “originale”, greca, metà donna e metà uccello) spegne le fiamme del Vesuvio con l’acqua che sgorga dai propri seni.

 

Due note a margine:

I banni e le epigrafi sui muri dei palazzi di Napoli

Banni ed epigrafi sui muri dei palazzi di NapoliDurante il percorso vi sono diverse lapidi del 1700 su cui sono riportati banni ed editti destinati alla popolazione. La lettura di queste preziose tracce del passato di Napoli permette di immaginare scene di vita quotidiana nella Napoli a cavallo fra il XVIII e l’inizio del XIX secolo.   – Il banno dei Banchi Nuovi L’epigrafe del Cerriglio ed altre

La vera street art

murales zilda napoli santa maria dell aiutoDurante il percorso sarà possibile ammirare alcuni murales e diverse opere di street art (quella vera, non i graffiti vandalici). In particolare sarà possibile ammirare l’opera di Zilda che è in via Santa Maria dell’Aiuto.

 

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