Segue l’elenco di tutti i candidati consigliere alla seconda municipalità alla prossima tornata elettorale. Si vota il 5 giugno. La scheda per la municipalità è arancione.
Come si vota (presto on line i fac simile anche della scheda arancione)
Passati i ricorsi al TAR e terminato il lavoro del consiglio di Stato, la prefettura di Napoli ha provveduto ai nuovi sorteggi per l’ordine dei candidati a sindaco di Napoli e delle liste in loro appoggio. Da oggi pomeriggio è quindi disponibile il fac-simile della scheda azzurra (non ufficiale), la scheda per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale di Napoli.
Si può votare solo il candidato a sindaco, mettendo la X sul nominativo. In tal caso il voto non va alla lista.
Si può votare una lista, barrando con una X il simbolo. In tal caso il voto va anche al sindaco appoggiato dalla lista.
Si può votare una lista, barrando con un segno il simbolo ed indicare fino a due preferenze per i consiglieri comunali, a patto che i consiglieri indicati siano di sesso diverso ed appartenenti alla stessa lista. In caso in cui vengano indicati due candidati dello stesso sesso, il voto andrà alla prima preferenza.
E’ possibile anche il “voto disgiunto”, indicando un candidato sindaco non collegato alla lista votata.
I sondaggi aiutano a comprendere le evoluzioni dell’opinione pubblica anche se van presi con le dovute molle, in quanto mai realmente affidabili a causa dell’alto tasso di indecisi/probabili astenuti che oramai caratterizza tutte le competizioni elettorali nostrane. Fatta questa doverosa premessa, è indubbio che tutti gli istituti dediti ad analisi statistiche ed elaborazioni sondaggi stanno evidenziando per quanto riguarda le elezioni comunali a Napoli come il gap fra Luigi de Magistris e gli altri candidati si stia incrementando in questi mesi.
Sono lontani i tempi dei primi sondaggi autunnali, quando le quattro coalizioni principali erano viste in un unico blocco fra il 20 e il 25%. In alcuni casi il nome del candidato ha influenzato negativamente (i 5Stelle da quando il candidato è Brambilla sono crollati nei sondaggi), in altri si è trattato delle beghe interne a far scendere il candidato (è il caso della Valente che paga lo scotto (voluto?!) di aver candidato a consigliere comunale chi era stato filmato nell’atto di dare soldi a chi entrava a votare ai seggi delle primarie).
In ogni caso Luigi de Magistris è visto come l’avversario da battere, con percentuali che oscillano fra il 32% presentato a Piazza Pulita ieri sera (la7) al 47,5-49,5 del sondaggio pubblicato su TeleLuna qualche giorno fa, passando per il 39% delle intenzioni di voto del TG di la7 guidato da Mentana. Gli altri sono lontani, in molti casi dati come al di sotto del 20%.
Aggiornamento: dopo l’esclusioni delle liste, i ricorsi al TAR e quelli al consiglio di Stato l’elenco dei candidati UFFICIALMENTE ammessi è il seguente:
Oggi è stata una giornata importante per Napoli: i principali candidati a sindaco della città di Partenope hanno aperto la propria campagna elettorale. Luigi de Magistris era al Modernissimo, stracolmo dentro e fuori. Un momento di incontro fra i cittadini ed il suo sindaco.
Un punto di partenza ed arrivo, il Modernissimo. Una platea in parte uguale e in parte diversa rispetto al 2011, la consapevolezza che Napoli può diventare un laboratorio politico che possa essere preso come esempio nel Paese, una rivoluzione (quante volte torna questa parola durante il discorso di Luigi de Magistris?) dal basso che unisce singoli cittadini e movimenti.
Una visione della città. Per anni parte degli oppositori del sindaco hanno ripetuto il refrain dell’assenza di una visione, della navigazione a vista… eppure nel momento di stilare un bilancio di questi cinque anni di de Magistris quel che appare chiaro è proprio che dietro decisioni ed ordinanze c’è un visione politica ben precisa.
Beni comuni, dall’acqua, dalla terra. Non solo buche e strade rifatte, non solo treni della metro acquistati ed autobus vetusti da sostituire, Napoli nella visione di de Magistris è altro, è gestione innovativa dei beni comuni, è acqua pubblica (nel senso più vero della parola), è senso di appartenenza alla terra. Ed ecco che a guardare la trama di questi cinque anni dall’alto ritornano le parole liberato e rivoluzione.
Liberato non è solo il lungomare, che è forse l’esempio meno forte politicamente anche se mediaticamente dal maggiore ritorno d’immagine, ma anche e soprattutto lo Scugnizzo liberato, santa Fede Liberato, l’asilo Filangieri liberato, per finire alle aiuole e spazi verdi liberati ed agli spazi liberati. Aprire luoghi prima consegnati al degrado, farli rinascere attraverso lo spirito d’iniziativa dell’attivismo civico.
Fornirò di cesoia chi si permette di mettere filo spinato nella nostra città, Luigi de Magistris
Il baluardo della napoletanità. Non è un caso che persone come Maurizio de Giovanni o Patrizio Oliva abbiano preso decisamente posizione in favore di Luigi de Magistris. La campagna elettorale vedrà il sindaco contrapposto a due approcci del tutto differenti sul concetto stesso di vivere Napoli. L’autore de Buio per i bastardi di Pizzofalcone è chiarissimo nel suo intervento: per molti è importante che Napoli sia raffigurata come pecora nera d’Italia, come l’inferno da contrapporre ad un paradiso ben differente, in tal senso va descritta sempre e solo in un certo modo, se ne parla sui media nazionali in determinati casi, il successo televisivo deve arrivare attraverso trasmissioni comiche in cui si raffigurano caricature macchiettistiche della napoletanità… un’oleografia complessa e “rassicurante” per l’italiano medio… c’è sempre Napoli che sta peggio di altri. Lettieri con la sua campagna mediatica non si discosta da questi stereotipi ed anzi li cavalca. Renzi ha semplicemente ignorato Napoli nei primi anni (venne giusto una volta, di nascosto quasi, per visitare la fabbrica di… Lettieri) per venire adesso in campagna elettorale a rilasciare proclami… La Valente non è pervenuta, ci sono altri che parlano al suo posto.
Ma in questi anni qualcosa è cambiato, de Magistris ha investito tempo ed idee per rilanciare (anche nei modi più disparati) l’immagine di Napoli nel mondo. Ed il ritorno è stato un flusso turistico oramai costante mai visto in precedenza. Ed il ritorno è stato che la stampa estera ha iniziato a guardare e descrivere in modo differente Napoli.
In tanti abbiamo scelto de Magistris anche perché chi era contro di lui continuava a “parlare male” di Napoli a prescindere, a denigrare la propria città solo per attaccare il sindaco.
Napoli ha tante ferite aperte. Raccontare il buono di Napoli non significa negare che vi siano tanti, troppi problemi irrisolti. Lo spirito è quello di continuare ad affrontarli in modo tale da far risalire ancora di più Napoli ed i napoletani nei prossimi cinque anni.
Vincere al primo turno. Luigi de Magistris lo ripete quasi come se fosse un mantra. Non è scaramanzia ma la consapevolezza che, qualora si vincesse al primo turno, Napoli davvero si potrebbe ergere come laboratorio politico nazionale, ribaltando politicamente lo stivale.
Invitando a riguardarsi non solo l’intervento del sindaco ma anche quelli di Patrizio Oliva, di Maurizio de Giovanni, di Giuseppe Aragno (standing ovation per lui) e del prof. Ferraro, è da segnarsi quanto detto dal prof. Ferraro:
A Napoli si sta sperimentando un laboratorio avanzato di una politica diversa che può essere esemplare per l’intero paese, dal basso, con la partecipazione di tutti quanti. […] Dall’alto spesso devono intervenire un deus ex machina […] Le cose dall’alto cadono e si rompono, le cose dal basso crescono.
Il video integrale dell’apertura della campagna elettorale:
La campagna elettorale di Luigi de Magistris per il secondo mandato di sindaco per Napoli si aprirà sabato 30 aprile 2016. In quell’occasione verranno anche presentate le liste della coalizione che appoggerà il sindaco di Napoli
Quando e dove: sabato 30 aprile alle ore 10.30 al cinema Modernissimo, in via Cisterna dell’Olio. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. LINK ALLA PAGINA EVENTO su FB
Ovviamente ci sarò anche io, come candidato a consigliere comunale nella lista civica che fa capo a demA.
Valeria Valente vuole a tutti i costi apparire come “il nuovo”, forte dell’età anagrafica che in Italia la colloca ancora fra i giovani. Sono rari gli accenni sui social ai DIECI anni trascorsi al comune di Napoli, prima come consigliere e poi come assessore al turismo della seconda giunta Iervolino, gli anni del trend negativo del turismo e delle tristi foto dei turisti costretti a fare lo slalom fra i rifiuti. Ancora più curiosamente, puntando forse sul fatto che ben pochi cittadini hanno conservato memoria della sua presenza in comune, sui social non risparmia critiche a chi ha amministrato Napoli prima di de Magistris (ovvero la giunta di cui faceva parte).
Un primo esempio di autogoal è il post del 15 marzo, sui tempi di pagamento medi del comune di Napoli. La Valente dichiara, testualmente, che grazie alle straordinarie circostanze legate al predissesto il comune era riuscito a portare i tempi di pagamento a 60 giorni, “recuperando le gravi criticità che si erano accumulate nel corso del tempo“.
Appena uscito il post, ho messo il mio primo commento sul profilo ufficiale del candidato sindaco del Pd, facendo notare come una frase del genere scritta dalla Valente era un “discreto autogoal”… commento cancellato e bannato, al primo reply… un piccolo record (che poi ho scoperto essere condiviso con tante altre persone.. non per nulla dallo screenshot si può notare che son rimasti solo tre commenti al post del 15 marzo).
Il 18 marzo un altro errore… de Luca dichiara che partiranno verso lo smaltimento 500.000 tonnellate di ecoballe, il 10% delle oltre cinque milioni di tonnellate presenti sui suoli campani… e la Valente dichiara che entro aprile verranno rimosse tutte le cinque milioni e mezzo di tonnellate…
La cosa assurda è che, nonostante ci sia chi legge e cancella i post critici, non vengono poi effettuate modifiche ai post della Valente che restano, a giorni di distanza, forieri di informazioni quanto meno ben poco corrette, in diversi casi errate.
Oggi poi, per quanto mi riguarda, la ciliegina sulla torta… la Valente pubblica una foto panoramica di Bagnoli a corredo di un post… peccato che quella foto (fra l’altro tutt’altro che perfetta e piena di errori di “stitching”) sia proprietà intellettuale del sottoscritto, pubblicata nel 2008 su panoramio.com e di conseguenza su google maps/earth con in evidenza sulla pagina la dicitura “tutti i diritti riservati”.
Minima propensione al dialogo ed alla discussione (con tanti commenti cancellati e ban), tanti errori nei post su Napoli e sulla gestione della città, qualche autogoal… che dire… la Valente almeno sui social non sembra essere il classico “candidato ideale” e non è un caso che i sondaggi la vedano in ultima posizione fra i candidati principali, dietro de Magistris, Lettieri e Brambilla ed avanti al gruppetto di candidati minori…
Gianni Lettieri, candidato sindaco al Comune di Napoli, è un consigliere comunale uscente non noto per la presenza in questa consiliatura (a febbraio 2015 era a 60 assenze su 113 consigli). Nonostante sia a “capo” dell’opposizione da cinque anni e pertanto si presuma che debba conoscere bene i numeri e le modalità di funzionamento del consiglio comunale, ha ieri sollevato la discussione sui costi della politica partenopea scrivendo un post sulle spese per gli organi istituzionali del comune di Napoli, come da bilancio consuntivo 2013.
Ebbene, stando a tali dati Napoli sarebbe la città con il più alto costo pro capite nel 2013 (circa 125-128 €/residente in base al dato di popolazione residente presa come riferimento) e Lettieri ne ha approfittato per attaccare de Magistris, dandogli il “merito” del primato e spingendo in particolare sul tema del numero e costo degli staffisti presenti a palazzo San Giacomo.
La notizia è stata ripresa da diversi avversari politici di de Magistris ed è stata pubblicata su diverse testate giornalistiche.
Nella foga, preso dall’ansia prestazionale, qualcuno ha pubblicato su facebook persino un farneticante (e falsissimo) banner in cui si legge “100 MILIONI per 100 staffisti” (ci tornerò dopo).
Questo è quel che risulta dai giornali ed il tipo di campagna mediatica che alcuni pensano di fare…
Ma è tutto vero? E’ davvero un “primato” di de Magistris?
Già riprendendo i dati dal sito openbilanci.it (la stessa fonte di Lettieri) si poteva facilmente notare come l’enorme balzo in avanti delle spese per organi istituzionali fosse avvenuto fra il 2007 ed il 2009, per restare in sostanza costante, se non in leggero ribasso negli ultimi anni.
La spiegazione completa è poi giunta dal comune di Napoli, attraverso un preciso comunicato stampa da cui si evince che:
La spesa pagata nell’anno 2013 per indennità e rimborsi agli organi istituzionali (Sindaco, Giunta, Consiglio comunale, Consigli municipali e Collegio dei Revisori dei Conti) ammonta in totale ad € 5.389.058,37. Il che corrisponde ad una spesa pro capite di € 5,61
La complessiva spesa di € 120.669.991,48 (sia corrente che in conto capitale) per il servizio “Organi istituzionali, partecipazione e decentramento”, da cui deriva la rilevazione Openbilanci.it e il dato di 125 € pro capite, contiene al suo interno, solo per il Comune di Napoli, la spesa del personale delle 10 Municipalità (giardinieri, fognatori, personale tecnico decentrato) che “pesa” per quasi € 100 milioni. Ciò dipende dalla scelta fatta dalle precedenti Amministrazioni che hanno attuato un consistente decentramento delle funzioni comunali in favore delle Municipalità.
Dal sito openbilanci si evince che dal 2010 al 2013 si è passati da 134 € a 125€ pro capite
Il comunicato interviene anche sulla querelle staffisti, che spesso torna ad essere messa in ballo dai detrattori del sindaco:
l’importo medio speso in bilancio negli anni tra il 2011 e il 2015 è di circa 1milione e 600mila euro contro i 2milioni e 150mila euro della precedente amministrazione con un riduzione delle spese di oltre il 25%.
Aggiungo io che alcuni giorni fa il comune ha presentato il progetto di riduzione del numero di consiglieri di municipalità da 30 a 20 a cui si aggiunge quella del numero dei consiglieri comunali prevista dalla normativa.
Tornando a Lettieri, è evidente che abbia perso una ghiotta occasione in quanto con quel post non ha fatto altro che mostrare quanto sia poca la sua conoscenza della macchina amministrativa comunale.. scambiare il decentramento del personale per costi da additare ad errori gestionali del proprio avversario politico è quanto meno bizzarro.
Capisco la voglia di fare propaganda elettorale, capisco la voglia di rigirare la frittata, però l’errore è grossolano.
Spero che i giornalisti che si son tanto affrettati a dar credito alle parole di Lettieri (seguito da Nappi ed altri) siano tanto rapidi nel pubblicare la realtà dei fatti e che stiano più attenti a verificare le fonti…
… e sul tizio che ha pubblicato in rete il banner sui 100 milioni a 100 staffisti che dire… nulla… solo un sorriso
Il comunicato ufficiale sulla questione:
In merito alla notizia pubblicata oggi su diversi quotidiani corre l’obbligo di effettuare alcune precisazioni:
1) La spesa pagata nell’anno 2013 per indennità e rimborsi agli organi istituzionali (Sindaco, Giunta, Consiglio comunale, Consigli municipali e Collegio dei Revisori dei Conti) ammonta in totale ad € 5.389.058,37.
2) La spesa pro-capite per ogni cittadino napoletano, considerando una popolazione di 962.003 (ultimo censimento Istat del 2011), è di € 5,61 per tale servizio.
3) Il dato relativo alla spesa per organi istituzionali pro-capite di € 125,85, così come riportata dal sito Openbilanci, deve essere correttamente letto, in particolare ciò dovrebbe avvenire da parte dei consiglieri comunali che ogni giorno si occupano della macchina comunale.
Infatti la complessiva spesa di € 120.669.991,48 (sia corrente che in conto capitale) per il servizio “Organi istituzionali, partecipazione e decentramento”, da cui deriva la rilevazione Openbilanci, contiene al suo interno, solo per il Comune di Napoli, la spesa del personale delle 10 Municipalità (giardinieri, fognatori, personale tecnico decentrato) che “pesa” per quasi € 100 milioni. Ciò dipende dalla scelta fatta dalle precedenti Amministrazioni che hanno attuato un consistente decentramento delle funzioni comunali in favore delle Municipalità.
4) Questa situazione conduce alla incriminata sproporzione con gli altri Comuni di grandi dimensioni italiani, che qualcuno impropriamente utilizza per fini elettorali senza effettuare i dovuti approfondimenti, nonché l’analisi del trend storico della spesa.
Da Openbilanci infatti si evince che la spesa pro-capite per organi istituzionali ammontava:
per il 2010 ad € 134,34;
per il 2011 ad € 131,99;
per il 2012 ad € 126,18;
per il 2013 ad € 125,85.
Si nota l’azione di razionalizzazione della spesa che l’attuale Amministrazione sta cercando di compiere, alla luce soprattutto della poca comprimibilità della spesa in questione e della necessità di mantenere tutti i servizi offerti alla cittadinanza.
Anche per quanto riguarda la spesa di funzionamento degli staff l’importo medio speso in bilancio negli anni tra il 2011 e il 2015 è di circa 1milione e 600mila euro contro i 2milioni e 150mila euro della precedente amministrazione con un riduzione delle spese di oltre il 25%.
“Era opportuno fare chiarezza – dice l’Assessore Palma – non tanto per rispondere al consigliere Lettieri, ma soprattutto nei confronti dei cittadini, a cui viene veicolato un messaggio sbagliato.
Contrariamente a quanto fatto in passato, non ho scritto – finora – post riguardanti le elezioni regionali in Campania, eccezion fatta quelli di denuncia contro manifesto selvaggio. Passati oramai alcuni giorni dalla chiusura delle urne, in attesa dei dati ufficiali riguardanti le preferenze date ai singoli candidati al consiglio regionale (a causa di errori in un centinaio di seggi), vorrei soffermarmi su alcuni aspetti che hanno ridefinito il panorama politico campano e napoletano in particolare.
A meno di un anno dalla tornata elettorale che porterà all’elezione del nuovo sindaco di Napoli, la città si è mostrata quanto mai stanca e disinteressata dalla politica. Quel 60% di elettori che ha scelto di disertare le urne è indicativo di una forte disaffezione ed è un segnale che non può essere trascurato.
Parimenti, la vittoria di De Luca, che aveva contro anche una parte del PD stesso, dimostra che in un quadro politico svuotato da idee conta moltissimo la persona da votare e De Luca, piaccia o no a chi vive di politica, all’elettorato piace.
Del resto, De Luca appariva a tanti come il più presentabile fra i candidati… con Esposito e Vozza “fuori gioco” per motivi numerici, con Caldoro alle prese con la percezione che la cittadinanza aveva dei risultati del suo quinquennio (soprattutto per quanto riguarda sanità e trasporto pubblico… al di là dei conti… a chi vota interessa la qualità e quantità del servizio), con la Ciarambino talmente legata alla poltrona (a dispetto delle dichiarazioni solite del M5S) da candidarsi – unico caso in Campania- sia per governatore che per consigliere regionale e gravata anche dall’ipocrita non presa di posizione nei confronti delle dichiarazioni di Grillo su Equitalia, azienda per la quale lavora e per la quale aveva occupato ruoli non secondari come “responsabile delle relazioni esterne e della comunicazione e poi all’organizzazione aziendale”. Una persona che non è riuscita a “comunicare” alla popolazione l’importanza dell’azienda per la quale lavora, al punto da farla diventare bersaglio del proprio partito di appartenenza, che credibilità avrebbe potuto avere come presidente di Regione? Nessuna.. eppure l’hanno votata in tanti, tantissimi…
Il fenomeno a cinque stelle non va sottovalutato, in quanto va oltre il voto di protesta e supera indenne – almeno a Napoli – il masochistico desiderio di arrivare secondi, di presentarsi alle elezioni per fare opposizione. Nella rivincita della sfida del 2010 De Luca – Caldoro un nome di spicco del Movimento avrebbe rischiato di far saltare il piatto, superando “almeno” uno dei due contendenti, eppure non si è voluto rischiare, in nome di balzani regolamenti interni (ti puoi candidare quante volte vuoi, come la Ciarambino fresca non eletta alle Europee… ma non puoi dimetterti da un ruolo già occupato per candidarti in uno ritenuto maggiormente strategico… potere della fantasia di Grillo e Casaleggio? ).
In questo contesto i grillini potranno però aspirare ad occupare uno dei due posti al ballottaggio del 2016 per il comune di Napoli, se il contesto politico resterà quello attuale: almeno quattro candidati potenzialmente coi numeri per raggiungere il ballottaggio, espressione di quattro differenti schieramenti:
De Magistris, sindaco uscente con ancora un indice di gradimento elevato
Un candidato di area PD
Almeno un candidato di centro-destra
Un candidato del M5S
Qualora fosse questa la situazione, sarebbe difficile distinguere le urne elettorali dalle ruote del lotto.
Eppure nel giro di pochi mesi potrebbero delinearsi scenari differenti, attualmente da “fantapolitica” con aggregazioni legate fondamentalmente non a programmi elettorali ma all’essere pro o contro Luigi de Magistris e con incognite allo stato attuale che potrebbero diventare variabili impazzite fra qualche mese. In tal caso la tornata elettorale diverrebbe un referendum pro – contro de Magistris, sempre però con l’incognita 5 Stelle.
Un “De Luchistris” ad esempio, con la costruzione di un asse regione- comune di Napoli fra i due sindaci autoritari De Luca e De Magistris, farebbe storcere il naso a tantissimi, innanzitutto fra i supporter più agguerriti di ambo i lati, ma potrebbe rivelarsi una scelta vincente, magari con un ticket De Magistris – vice sindaco PD vicino a De Luca e con candidature comuni alla presidenza di tutte le municipalità (come del resto accadde in diverse municipalità nel 2011).
Non è da scartare in queste ipotesi fantasiose che le varie realtà anti-sindaco (partiti di varia estrazione, associazioni e comitati cittadini) possano unirsi per concentrarsi su un nome unico, cercando di attirare con un nome moderato non solo le forze di centro destra anche personalità politiche legate al centro sinistra, contrarie all’attuale sindaco.
In questo caso,come scritto, le forze principali in gioco sarebbero tre e non quattro, con i 5 Stelle in posizione probabilmente più defilata, ago della bilancia in un eventuale ballottaggio.
Quel che è certo è che la campagna elettorale è già iniziata nel momento stesso in cui sono usciti i primi dati relativi al candidato governatore e che ha tutti i presupposti per essere una contesa lunga ed estenuante.