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Napoli, 31 marzo 2017
Napoli è famosa – anche – per le sue scale, percorsi di una città obliqua che collegano l’area portuale con l’antica polis greca, la zona collinare con quella più prossima al mare, questa o quella parte della città. Di scale, pendini e scalinate la città è piena… di pedamentina però ve ne è una sola. La pedamentina è quella che da San Martino porta giù a Corso Vittorio Emanuele, un complesso sistema di scale e tornanti che ha avuto origine nel XIV secolo, quando fu necessario aprire una strada che agevolasse il trasporto di materiale edile per costruire la certosa di san Martino (fonte).
Un tempo in pieno degrado, da alcuni anni è in pieno recupero, grazie anche al contributo di tanti volontari ed associazioni. Soprattutto… come tante altre scale di Napoli è diventata meta di turismo e di riscoperta da parte dei napoletani stessi. C’è ancora tanto da fare, bisognerebbe recuperare anche i vicoli che dal percorso principale si diramano e bisognerebbe cercare di evitare che dal piazzale di San Martino vengano buttate giù in continuazione bottiglie di vetro (come accade a piazza Bellini per le mura greche). Segue report fotografico di un percorso che si affaccia sulla città ma che consente anche di ammirare agrumeti sotto castel dell’Ovo o scorci meno noti del centro città. Non sono pochi i murales realizzati lungo il percorso.
La discesa è stata percorsa insieme agli amici del gruppo Conosciamo Napoli e la Campania.
Linkerei anche il post sulle scale di Francesco Paolo Busco su Identità Insorgenti, insieme a tutti i suoi sulle altre scale di Napoli
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Grazie Fabrizio,
E sempre tanto interessante il tuo diario napoletano,
Cordiali saluti
Christophe Vincent
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Però, Fabrizio,il Corso (Vittorio Emanuele ex Maria Teresa),è ottocentesco.E poiché i materiali edili dovevano provenire anche dai Casali di Soccavo e Pianura per il piperno(oltreché da quelle del tufo giallo dalle varie cave della Capitale),per quest’ultimo in quel tempo i percorsi per il colle sarebbero stati due : l’Antiniana greco-romana e quindi per l’attuale via di S. Domenico (con forte pendenza) o per la Crypta Neapolitana (ancora angusta: sarà resa carreggiabile dal Toledo).Forse la Tavola Strozzi potrebbe darci qualche indizio.In ogni caso,dovette essere un’opera titanica.
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Avevo messo link alla fonte, mi ripromettevo di verificare ulteriormente.
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