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Fabrizio Reale, Napoli, 30 aprile 2016
Oggi è stata una giornata importante per Napoli: i principali candidati a sindaco della città di Partenope hanno aperto la propria campagna elettorale. Luigi de Magistris era al Modernissimo, stracolmo dentro e fuori. Un momento di incontro fra i cittadini ed il suo sindaco.
Un punto di partenza ed arrivo, il Modernissimo. Una platea in parte uguale e in parte diversa rispetto al 2011, la consapevolezza che Napoli può diventare un laboratorio politico che possa essere preso come esempio nel Paese, una rivoluzione (quante volte torna questa parola durante il discorso di Luigi de Magistris?) dal basso che unisce singoli cittadini e movimenti.
Una visione della città. Per anni parte degli oppositori del sindaco hanno ripetuto il refrain dell’assenza di una visione, della navigazione a vista… eppure nel momento di stilare un bilancio di questi cinque anni di de Magistris quel che appare chiaro è proprio che dietro decisioni ed ordinanze c’è un visione politica ben precisa.
Beni comuni, dall’acqua, dalla terra. Non solo buche e strade rifatte, non solo treni della metro acquistati ed autobus vetusti da sostituire, Napoli nella visione di de Magistris è altro, è gestione innovativa dei beni comuni, è acqua pubblica (nel senso più vero della parola), è senso di appartenenza alla terra. Ed ecco che a guardare la trama di questi cinque anni dall’alto ritornano le parole liberato e rivoluzione.
Liberato non è solo il lungomare, che è forse l’esempio meno forte politicamente anche se mediaticamente dal maggiore ritorno d’immagine, ma anche e soprattutto lo Scugnizzo liberato, santa Fede Liberato, l’asilo Filangieri liberato, per finire alle aiuole e spazi verdi liberati ed agli spazi liberati. Aprire luoghi prima consegnati al degrado, farli rinascere attraverso lo spirito d’iniziativa dell’attivismo civico.
Fornirò di cesoia chi si permette di mettere filo spinato nella nostra città, Luigi de Magistris
Il baluardo della napoletanità. Non è un caso che persone come Maurizio de Giovanni o Patrizio Oliva abbiano preso decisamente posizione in favore di Luigi de Magistris. La campagna elettorale vedrà il sindaco contrapposto a due approcci del tutto differenti sul concetto stesso di vivere Napoli. L’autore de Buio per i bastardi di Pizzofalcone è chiarissimo nel suo intervento: per molti è importante che Napoli sia raffigurata come pecora nera d’Italia, come l’inferno da contrapporre ad un paradiso ben differente, in tal senso va descritta sempre e solo in un certo modo, se ne parla sui media nazionali in determinati casi, il successo televisivo deve arrivare attraverso trasmissioni comiche in cui si raffigurano caricature macchiettistiche della napoletanità… un’oleografia complessa e “rassicurante” per l’italiano medio… c’è sempre Napoli che sta peggio di altri. Lettieri con la sua campagna mediatica non si discosta da questi stereotipi ed anzi li cavalca. Renzi ha semplicemente ignorato Napoli nei primi anni (venne giusto una volta, di nascosto quasi, per visitare la fabbrica di… Lettieri) per venire adesso in campagna elettorale a rilasciare proclami… La Valente non è pervenuta, ci sono altri che parlano al suo posto.
Ma in questi anni qualcosa è cambiato, de Magistris ha investito tempo ed idee per rilanciare (anche nei modi più disparati) l’immagine di Napoli nel mondo. Ed il ritorno è stato un flusso turistico oramai costante mai visto in precedenza. Ed il ritorno è stato che la stampa estera ha iniziato a guardare e descrivere in modo differente Napoli.
In tanti abbiamo scelto de Magistris anche perché chi era contro di lui continuava a “parlare male” di Napoli a prescindere, a denigrare la propria città solo per attaccare il sindaco.
Napoli ha tante ferite aperte. Raccontare il buono di Napoli non significa negare che vi siano tanti, troppi problemi irrisolti. Lo spirito è quello di continuare ad affrontarli in modo tale da far risalire ancora di più Napoli ed i napoletani nei prossimi cinque anni.
Vincere al primo turno. Luigi de Magistris lo ripete quasi come se fosse un mantra. Non è scaramanzia ma la consapevolezza che, qualora si vincesse al primo turno, Napoli davvero si potrebbe ergere come laboratorio politico nazionale, ribaltando politicamente lo stivale.
Invitando a riguardarsi non solo l’intervento del sindaco ma anche quelli di Patrizio Oliva, di Maurizio de Giovanni, di Giuseppe Aragno (standing ovation per lui) e del prof. Ferraro, è da segnarsi quanto detto dal prof. Ferraro:
A Napoli si sta sperimentando un laboratorio avanzato di una politica diversa che può essere esemplare per l’intero paese, dal basso, con la partecipazione di tutti quanti. […] Dall’alto spesso devono intervenire un deus ex machina […] Le cose dall’alto cadono e si rompono, le cose dal basso crescono.
Il video integrale dell’apertura della campagna elettorale: