Il restauro della cassa armonica della villa comunale di Napoli sta volgendo al termine, dopo un lungo e travagliato percorso che, soprattutto nel 2012, era stato criticato (anche dal sottoscritto). All’epoca delle prime regate delle World Series partenopee di America’s cup fu effettuato un intervento di messa in sicurezza della cassa armonica che riguardò lo smontaggio della corona circolare e dei vetri bicromi. All’epoca in molti furono molto critici (me compreso) nei confronti dell’amministrazione comunale, perché sembrò quasi che vi fosse un nesso causa effetto fra lo svolgimento delle regate e lo “scempio” ai danni della cassa armonica. Di fatto vi fu una carenza di informazioni, perché la messa in sicurezza ed il conseguente smontaggio della corona circolare e dei vetri bicolore sarebbe stata necessaria a prescindere dall’utilizzo di quelli spazi per le premiazioni delle regate. Solo dopo, quando uscì il primo bando alla ricerca di uno sponsor, fu chiaro che la cassa armonica necessitasse di qualcosa di più di una mano di pittura e della sostituzione dei vetri, con un intervento da oltre 400.000 euro.
Ora che la cassa armonica sta per essere restituita alla città, riprendono le polemiche, questa volta su una precisa scelta da parte della direzione dei lavori di restauro. Il progetto di restauro, approvato sia dal comune che dalla Soprintendenza, è stato incentrato infatti sul recupero del progetto originale di Errico Alvino, che non prevedeva la vetrata bicroma ma di un unico colore (stando a quanto dichiarato dalla direzione lavori). Chi sa cercare in rete saprà che la cassa armonica fu effettivamente realizzata su disegni e progetti di Enrico Alvino ma a quindici anni di distanza, dopo la morte dell’architetto napoletano (progetto del 1862, realizzazione del 1877, quando Alvino era già morto da oltre un anno). E cercando sempre in rete appare chiaro che almeno per 100 anni la cassa armonica sia stata spesso con la corolla a due colori, nei primi tempi con un forte contrasto chiaro/scuro ( probabilmente con vetri alternati fra il bianco e il blu o il verde scuro), poi sull’alternanza verde/giallo, fino ad arrivare a quelli “stratificati” (molto pesanti, che pare abbiano portato a danni alla struttura) giallo-verdi installati meno di 30 anni fa e rimossi nel 2012. Fra gli anni ’70 ed il restauro del 1989 la cassa armonica aveva invece vetri trasparenti. In pratica, come visibile nell’immagine che fa da corredo a questo post,pare che il progetto iniziale non prevedesse alcuna alternanza di colori mentre in tutte le fotografie d’epoca presenti in rete vi è alternanza (anche se in quella che ho riportato vi è un pezzo intero con vetri solo trasparenti e non alternati chiaro/scuro).
Ora… la città si dividerà, come è solito fare sulle questioni di lana caprina, fra quanti apprezzeranno il restauro che ha ripreso il progetto originario di Alvino e quanti vorranno il ripristino dei colori giallo-verdi anni’80 e son sicuro che uscirà anche chi chiederà il bianco-blu del primo Novecento…
L’unica certezza è che la villa comunale riavrà ben presto la sua cassa armonica, come in tanti avevamo auspicato.
Aggiornamento: Antonella Pane nei commenti a questo post preannuncia che la Soprintendenza ha cambiato idea sul colore dei vetri dopo alcuni incontri con diverse associazioni. Pare quindi – manca l’ufficialità della cosa- che i lavori verranno bloccati e che si tornerà ai vetri bicolore nelle tonalità utilizzate durante il precedente restauro (sperando che non vengano ricollocate quelle degli anni ’80, troppo pesanti per la struttura). La disputa fra rispetto dei disegni originali di Alvino (1862) e rispetto della realizzazione del 1877 (ad Alvino già morto) pare che la Soprintendenza sia passato dai primi ai secondi. Il problema adesso è “chi pagherà?” il costo dei ritardi e dell’acquisto dei nuovi vetri? Cosa imbarazzantte per la Soprintendenza partenopea, dato che il progetto vincitore era noto dal 2014 ed approvato…
Aggiornamento n.2: Pare che la scelta finale del colore riprenderà le immagini di primo Novecento, né trasparente, né giallo/verde pertanto…
Nota sul ©: le immagini son state prese dal sito del comune di Napoli (immagine del progetto di Alvino), cercando in rete immagini non protette da © in quanto antiche, da La Repubblica Napoli (il foto confronto). Solo l’immagine della villa comunale risalente a quattro / cinque anni fa è del sottoscritto.
La Soprintendenza approva, questo basta. O la Soprintendenza ha ragione solo quando impedisce la sicurezza stradale che sarebbe possibile rimuovendo i sampietrini a via posillipo o realizzando la campitura colorata della ciclabile a via Partenope?
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Ho letto con molta attenzione tutta la documentazione disponibile sul sito del Comune di Napoli. Se avesse fatto altrettanto si sarebbe accorto che nella relazione del Comune di Napoli é chiaramente scritto che la cassa armonica è dotata di vetri policromi e che gli stessi andranno rimontati dopo il restauro e, in caso, ciò non sia possibile, sostituiti cona altri analooghi. Può indicarmi in che punto é scritto che i vetri NON sono policromi?
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Antonella ho riportato le dichiarazioni della direzione dei lavori… … onestamente a me piaceva di più con i pannelli bicolori, ma se la direzione lavori ha deciso così con la soprintendenza per me va bene così… Come ti ho scritto su altri canali, penso ci sia ancora il tempo per chiedere di cambiare idea, no? Se però si vuol riprendere l’idea originale di Alvino, ritieni sia così sbagliato?
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Pare che tornerà con i vetri bicolori. per il momento é stata bloccata l’apposizione dei vetri bianchi e la Soprintendenza ha fatto un sopralluogo. Ma sono molto fiduciosa
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Tra l’altro abbiamo fornito alla soprintendenza la prima pagina dell’Illustrzione Italiana del 28 luglio 1878 ( meno di un anno dopo l’inaugurazione) dalla quale risulta che i vetri erano già bicolori 😀
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Questa non è una questione di lana caprina. La bicromia dei vetri snellisce la struttura e le dona leggerezza. Da l’unico disegno visibile,da lei pubblicato,è evidente la bicromia segnalata nel disegno da un ombreggiatura alternata dei vetri. Quando mi capito di lavorare al restauro della.bellissima cassa armonica, in stile Moresco, di Castellammare incontrammo problemi analoghi che furono risolti in parte ascoltando la testimonianza di alcuni anziani della zona.
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Pingback: La cassa armonica della villa comunale restaurata… lavori completati. Com’era, com’è… | Diario napoletano