Tag

, ,

isola ISCA De FilippoNapoli, 30 novembre 2015

E’ stato il giorno dell’ultimo saluto a Luca de Filippo.  Non c’è molto da aggiungere a quel che è stato già scritto.   Preferisco chiudere gli occhi e fissare la prima immagine che mi viene in mente pensando a lui. Non è Tommasino sul letto di morte di Lucariello in Natale in casa Cupiello, ma è un’isola, l’isola di Eduardo, l’isola di Luca.  E mi vengono in mente quelle parole di Luca che avevo letto qualche giorno fa ripescando in rete una vecchia intervista pubblicata su la Repubblica oltre 15 anni fa:

Cos’ è per lei Isca? “è soprattutto casa. L’ unica che io ricordi fin da quando ero bambino. Non è un’ isola, ma un luogo estremamente dolce, lontano da un’ idea avventurosa e romantica, anche perché è vicina alla costa. Ho piantato persino degli ulivi e facciamo l’ olio

Luca amava rifugiarsi su quell’isolotto in mezzo al mare posto di fronte al fiordo di Crapolla,  acquistato dal padre nel secondo dopoguerra e da costui utilizzato, per parole dello stesso figlio, per trovare la tranquillità per scrivere.  E mi vengono in mente le parole di Nino Masiello, parole che ho scoperto per la prima volta in questi giorni,  che raccontano di “quel’odore di ragù sull’isolotto d’Isca” e riportano alla mente l’odore del mare, i colori, i nomi, gli usi ed i costumi della marina del Cantone di cinquant’anni e più fa.

“Marì, il commendatore verrà domani, ma mi ha già detto che domenica tiene ospiti a Isca e gradirà molto il tuo ragù, prepara l’occorrente”.

Ciao Luca!  Napoli ha perso un suo figlio illustre, che da pochi mesi aveva assunto la direzione della neonata scuola del teatro Stabile.

Pubblicità