La mia domenica mattina era iniziata bene: avevo incontrato due operatori ecologici lungo la strada (un mezzo miracolo per Napoli). All’arrivo in piazza Monteoliveto però, come troppo spesso accade, le sensazioni positive sono andate letteralmente a farsi benedire ed è subentrata la solita incazzatura. Un unico operatore ecologico doveva fronteggiare da solo alla devastazione lasciata dai nuovi barbari: i ragazzi che il sabato sera si affollano intorno alla fontana di Monteoliveto.
Lo spettacolo era triste, degradante, offensivo nei confronti di chi vive a Napoli: cartacce e bottiglie di vetro ovunque, per terra, sulla fontana, dentro la fontana. Negli ultimi mesi le scritte vandaliche sono ricomparse e la fontana è nuovamente in condizioni pietose, perché non basta l’opera di pochi cittadini attivi, servirebbe prendere questa parte di generazione di ragazzi napoletani e buttarla altrove, lontano, il più lontano possibile dalla città. Parimenti a causa di quest’orda barbarica servirebbe che ASIA destinasse una squadra di uomini ogni domenica mattina per ripulire i “resti” di questi incivili.
Purtroppo il problema è tutto civile. Quello che manca (ormai del tutto defintiviamente) è il rispetto che in assenza di cultura si è trasformato in barbarie. Non ci sono più regole ne’ qualcuno che le faccia rispettare. Quando ci si rivolge alle amministrazioni le risposte sono sempre le stesse, alzate di spalle e assenza di fondi. E allora ogni minima attività di buono che ciascuno di noi compie quotidianamente (penso anche alle piccole cose come buttare l’immondizia in orario!) va persa di fronte a questi scempi. Ai miei tempi di scuola media (non lontanissimi, ho quarant’anni) c’era il libro di Educazione Civica che le insegnanti ci facevano studiare per impare le nozioni basi delle regole comportamentali all’interno della società. Oggi c’è un vuoto che ha inghiottiti tutto, perchè (ovviamente non a pari livello) “sporcare una fontana” come vivere di violenza e malaffare sono sullo stesso piano.
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