2000 anni fa un gruppo di antichi abitanti di Neapolis era solito giocare al ludus latrunculorum, il gioco dei ladruncoli, una sorta di antesignano latino degli scacchi. La lastra marmorea su cui fu incisa la scacchiera ( 8 x 8 caselle) finì poi per essere utilizzata, insieme ai resti del tempio di Diana, per edificare il basamento del campanile romanico (XI secolo) della chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, il più antico di Napoli, fra i più antichi d’Italia ad essere giunto fino ai nostri giorni.
Stratificazione architettonica e culturale
Napoli è così, passeggiando per il centro antico le tracce del passato sono a portata di mano, più o meno evidenti.
Accade poi che qualche idiota, senza saper nulla né della storia del campanile né di quella lastra, decida di lasciare la sua firma, triste ed inutile testimonianza di ignoranza ed inciviltà spacciata per libertà di comunicazione. Era il gennaio 2014, dopo un anno nulla è cambiato. Probabilmente, a causa della presenza delle incisioni, serve una vera opera di restauro e non una semplice pulizia, però… qualcuno potrebbe finanziare il rapido recupero di questo pezzetto di storia.
diciamo che sono manifestazioni di inciviltà che si ripetono nei secoli, dubito che le incisioni di epoca romana fossero una cosa molto diversa dai graffiti odierni……magari lasciando quella scritta,tra 1000 anni sarà considerata arte,o,come dice il grande De Crescenzo,nu cess scassat :))
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Essendo una tavola per giocare, probabilmente era un pezzo di marmo orizzontale non appartenente ad altre strutture (sopra andavano collocate pedine tipo dama/scacchi). Comunque sia passeggiando per Pompei si possono notare graffiti di tifosi di questo o quel gladiatore, un po’ come accade oggi…
Di sicuro però l’autore della scritta del 2014 non aveva proprio idea di su cosa stesse andando a scrivere…
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